Quando, nel 1646, Innocenzo X incarico Francesco Borromini di restaurare, per l’ormai vicino Giubileo del 1650, la chiesa-madre di San Giovanni in
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ed il bello. A lui tennero dietro i figli Francesco e Giuseppe, Ayez ed il Bezzuoli, che di buon’ora educati ai precetti e agli esempj del nuovo
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di un poeta (dedicato alla memoria del fratello Francesco Lo Savio: un artista prematuramente scomparso e che in alcune sue opere aveva premonito
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Pargolo; di Francesco Albano, alcuni putti simboleggiasti le arti; di Salvator Rosa, un Prometeo; di Claudio di Lerena un paese; di Guido Beni, una
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Francesco Borromini in vista del Giubileo dell’anno 1650.
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, unico Fig. 4. Amico Aspertini, Adorazione dei Magi, 1500 ca., Bologna, Pinacoteca Nazionale. Fig. 5. Francesco di Giorgio Martini, Natività, 1495-1500
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Il ciclo affrescato con le Storie di San Francesco nella Basilica superiore di San Francesco ad Assisi è uno dei momenti cruciali di questa storia
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Brera. Fig. 117. Donato Bramante, Coro di Santa Maria presso San Satiro, 1482-86, Milano. Fig. 118. Francesco Borromini, Galleria prospettica, 1652
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a Benozzo Gozzoli, che si tenne, a cura di Giovanna Capitelli e Bruno Toscano, a Montefalco, in Umbria, nella chiesa-museo di San Francesco, dove si
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penitenziali, come in questo esempio di Francesco Furini (fig. 24) o in questa celebre Malinconia di Domenico Fetti (fig. 25), che nelle vesti sontuose e
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FRANCESCO CALENZUOLI fiorentino anch’esso (n. 4769, m. 46 marzo 4847), fu allievo del Susini, che lo prese seco di quindici anni, quando avuto l
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Ma i due artisti che sopra gli altri levaronsi per altezza d’ingegno, furono i figliuoli di Luigi Sabatelli, Francesco e Giuseppe, ambedue presto
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; l’arco di trionfo fuori la porta a San Gallo, eretto nel 1739, quando Francesco II di Lorena veniva a Firenze per raccogliervi l’eredità medicea, e
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magazzino di varie specie di pietre dure italiane e forestiere. Quindi ricevette più largo impulso dai suoi successori Francesco I e Ferdinando I. Quest
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seconda invece riguarda il momento della trasformazione in cervo con i cani che gli balzano addosso. Francesco Albani nel suo dipinto del Louvre, Diana e
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Giove nell’atto di lanciare i suoi strali. La composizione di Francesco Caccianiga nella “Stanza del Sole” della Galleria Borghese, a Roma, può
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corpo del giovane. Anche la pittura del Seicento usa questo tipo di iconografia, come nel dipinto di Francesco Albani, Il ratto di Ganimede, conservato a
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In Italia Francesco Hayez affronta ripetutamente il nudo femminile, ricorrendo alle storie mitologiche e a quelle del Vecchio e Nuovo Testamento
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originale, è l’iconografia usata per la composizione Natività di Cristo, di Francesco di Giorgio Martini, nella Chiesa di San Domenico, a Siena. La
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. Francesco Vezzoli è riuscito a convincere molte celebrities di Hollywood a girare per lui, con la guida del regista Gore Vidal, una sorta di trailer di un
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a partire da Francesco Guicciardini fino a tutto il XIX secolo: già nel titolo tutto si spiega, perché non si parla di Filippo II se non per
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Nel programma politico-sociale della Chiesa, poi, l’arte fornisce uno strumento essenziale per quel nuovo modo di vita religiosa che Francesco di
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, nell'altare della beata Albertoni in San Francesco a Ripa il Bernini definisce la spazialità oltre l’altare come una dimensione celeste, dove l
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come i maestri della rinascenza siano al di fuori delle storie del Vangelo, della S. Croce, del miracolo dell’Ostia e della vita di S. Francesco; e
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chiaro dal fondo scuro, tenta, in un clima ormai mutato, con l’Allegoria di Roma, eseguita per il cardinale Francesco Barberini nel 1628, l’arduo
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Molto vicina a quella dell’Algardi è la posizione del fiammingo FRANCESCO DUQUESNOY (1597-1643), attivo dal 1618 a Roma, dove fu amico del Poussin
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Il quadro con cui si impone all’attenzione dell’ambiente romano è la Morte di Germanico, dipinto nel 1628 per Francesco Barberini: già il tema
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post-correggesco, interpretano le intenzioni del Borromeo Giovan Battista Crespi detto il CERANO (1575 c.·1632) e Pier Francesco Mazzucchelli detto il
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di un altro buon viaggiatore italiano, Francesco Menzio — compreso assai bene la lezione di Bonnard) scrive che in quel Mafai «c’è una specie di
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lezione di Jorn, i suggerimenti di Appel; abbiamo visto del pittore nella sua recente bella mostra personale alla «Odyssia» presentata da Francesco
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la vita ricreata quale puro disegno! Certo, Francesco Curia arriva un poco in ritardo per attuare con pieno rigoglio queste idee e si accontenta
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Niccolò alla Dogana (assai guasto), il Calvario (anch'esso ridotto agli estremi) della sagrestia di San Francesco delle Monache, il San Martino con
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le pretese di Autoktonismus accampate non da spagnoli ma da tedeschi s’è farcito il povero romanista, e correggesco, Francesco Ribalta di mille
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fu mai dipinta a Siviglia o a Valenza ma quasi sicuramente a Napoli dalle mani del Velazquez partenopeo, il carneade Francesco Fracanzano * - e per
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La prima opera che, in ordine di tempo, conviene restituire al Gentileschi è il San Francesco morente sostenuto dall'angelo [figura 115], esposto
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ritratto di pittore (n. 167), poi per i due quadretti (n. 168-169) con Miracoli di San Francesco, che sono rapidi e sciolti, ma vanno meglio posti tra
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rilega tuttavia alle due grandi pale d'altare che stanno fra il 1510 e il 1515, quella di San Francesco a Brescia, quella di Santa Girustina ora nel Museo
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Treviso, passano nel Presepe di Brescia a lume di luna, in quello a figure intere di Torino, e nelle mani del San Francesco di T'orino e di Hampton
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Nicodemi credeva non più in luogo e forse identificabile con una... Conversione di San Paolo a Lainate; il Cristo flagellato coi Santi Francesco e Carlo
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A proposito d'intarsi vengono in esame gli stalli corali di Sant'Ambrogio a Milano, e di San Francesco a Pavia, che seguono una tradizione ancor
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I nomi d'orafi lombardi che più ricorrono e meglio si legano ad opere sicure sono, fra gli altri, Francesco di Ser Gregorio da Gravedona, i fratelli
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: Giovanni di Francesco del Cervelliera. Le sue forme che risentono di Andrea del Castagno potrebbero forse farlo identificare con quel Giovanni da
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giurerebbe li conoscessero soltanto attraverso i pallidi neoclassici del 1830, come sarebbero Francesco Coghetti o il barone Camuccini.
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Pommersfelden. Anco un vaghissimo quadretto di un San Francesco che sviene al suono della viola toccata da un angelo * dovrà riporsi fra' Veneti, se
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quelle che Francesco del Cossa, desumendole da Piero, diede al suo angiolo annunciante nella tempera della Pinacoteca di Bologna.
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Nel San Francesco stimmatizzato ecco inevitabilmente scomparire i movimenti articolati del Mantegnismo e apparire l'inevitabile fissazione del
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archiacute settentrionali; neanche il S. Francesco di Assisi, che è opera d’un Tedesco; neanche la Certosa di Pavia, che fu pure fondata da Gian
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della scultura sulla pittura o di questa su quella, il Vasari, il Bronzino, maestro Tasso, Iacopo da Pontormo, Francesco da San Gallo, il Tribolo
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’ suoi precetti, nella stanza di Andrea dal Verrocchio, Giovan Francesco Rustici e Lorenzo di Credi, al primo de’ quali Leonardo pose tanto amore, che
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, meno conosciuto, che improvvisamente veniva celebrato con una mostra straordinaria. Quel viaggio lo feci a vent’anni, stimolato da Francesco Arcangeli
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