, proiettata nella dimensione dell’eterno. Il monumento, che è insieme memoria o rievocazione della persona o dell’evento storico e consacrazione del fatto
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Finché si parla di Hogarth e dei suoi «soggetti morali moderni» la funzione esplorativa, associativa e interpretativa del «wit» è evidente: vuole
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Nella Euridice del ’73 aveva tentato, per tutt’altra strada, il superamento della teatralità barocca: dal trucco scenico, prologo-epilogo, del
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La complessità del discorso prospettico di Piero emerge nel suo trattato De prospectiva pingendi, del quale vediamo una delle tante tavole
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Questa spiegazione ha il suo maggiore punto debole nell’effigie del presunto Barabba, che mai e poi mai vien fatto di pensare possa essere
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Quale miglior dimostrazione della orgogliosa irriducibilità del lavoro artistico ai tempi misurabili (e alle modeste pretese economiche) del lavoro
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Ugualmente letteralisti ed emotivisti, secondo la dizione di Kaplan 1, fondandosi su una concezione dualistica del discorso, emotivo e cognitivo
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Nel Ritratto del Principe Carlos Balthazar a cavallo, conservato nel Museo del Prado, non è tanto il volto del principino a prevalere nella
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I Greci collegarono la rappresentazione del corpo all’ordine razionale focalizzando l’idea di bellezza in un sistema di proporzioni. Le maggiori
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DISPUTA DI GESÙ NEL TEMPIO: L’iconografia è una creazione del XIV secolo che contempla l’immagine del giovane Gesù, in genere al centro, circondata
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Il trasporto del corpo di Cristo morto è un’iconografia tipicamente rinascimentale, poiché non esistono esempi del genere nell’arte dei secoli
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Il Grand Tour feconda la creatività di generazioni di artisti, musicisti, letterati o aspiranti tali. Alla fine del Settecento giunge in Italia
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Era fin troppo facile, per i teorici del Seicento, indicare nel genere del ritratto il tipo dell’imitazione “com’è”, e quindi, il termine medio tra
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La negazione della eternità è una manifestazione della futura sensibilità, la valorizzazione del transitorio del dinamico, al posto dell’equilibrio
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Diverso dal Van Laer è il caso del ticinese GIOVANNI SERODINE (1600-1630), che fu anche scultore. Più ancora del Borgianni e del Saraceni riduce il
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figure del Battesimo per San Giovanni dei Fiorentini. Un’opera quasi fuori del tempo, ma che lo pone al fianco del Borromini nell’incipiente
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Non solo nel Bernini ma in tutta la cultura del secolo alla prospettiva universalistica e ottimistica fa riscontro l’angoscia di una realtà ben
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FRANCESCO BORROMINI (1599-1667) è il grande avversario del Bernini; con la propria opera ne contesta, punto per punto, la poetica universalistica. E
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A suscitare per reazione questa inclinazione poetica concorse probabilmente la ricerca opposta, realistica, del valenziano JUSEPE DE RIBERA (1591
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Rigorismo dottrinale e morale, ma anche un ardente spirito caritativo sono i caratteri del cattolicesimo lombardo, guidato da Carlo e poi da Federigo
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Fra i futuristi «minori» la mostra veneziana presenta parecchie belle sorprese: Fortunato Depero, per esempio, nella sua «Pittura astratta» del 1916
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più fisionomico dell’informale è l’action painting o «pittura del gesto», il metodo del dada si chiama «legge del caso». Tra il dada e l’informale è
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D'onde mai, si domanderà, il Mancini ebbe campo di raccogliere la memoria del curioso ed importante episodio che rischiara finalmente le cause della
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Il quale si rivela, del resto, anche nella scelta del fondo scenografico. Che dire, infatti, del paesaggio filaccioso e verdastro, questa piatta
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Una cosa invece ci piace assai in questo secondo volume: ed è la riduzione a giusti limiti del valore di Murillo, come accettabili sono le
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quello delle opere di San Luigi; e certa singolarità del modellato nella mano destra del Santo, che si restringe duramente nelle falangi estreme, si può
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nelle cose più frenate non si toglie dai modi già noti alla cultura artistica del '6 e del '700; e tale, d'altronde, apparve già ad altri critici. Il
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La trattazione del Bossi intreccia necessariamente l'esame del Bossi critico e del Bossi pittore, come deve avvenire nei riferimenti ad un periodo di
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E qui un'altra affermazione indigeribile ci mette sulle tracce, d'altronde molto visibili, d'un nuovo mancamento fondamentale del metodo del Dami.
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I due «pendants» col Trionfo di Flora e di Galatea non sono di scuola romana del '700, ma di Luca Giordano, cioè di scuola napoletana del '600 **.
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Prendiamo atto di questa confessione del povero Dalbono, e senza sminuire per nulla i suoi meriti saltuari di buon gusto, specie nell'apprezzamento
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Segnaliamo questo scritto del Galloni che potrebbe facilmente passare inosservato agli studiosi: esso contiene molte buone novità documentarie
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Ma ecco che il Kingsley Porter pubblica un marmo inedito del più grande valore, la pietra tombale di San Cumiano nella cripta di San Colombano a
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Chiudiamo con la semplice notizia del saggio che apre questa terza serie di studi italiani del grande critico americano: il saggio su Leonardo.
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È probabilmente lo studio archivistico più importante apparso fin qui per la storia del grande Seicento italiano, dopo i documenti del Bertolotti.
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Di certo, si sa troppo bene che otto su dieci delle lettere di commissioni pittoriche del Seicento hanno un carattere puramente contrattuale per
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) faceva del Caravaggio, «Rembrante d'Italia», come un secolo dopo doveva ancora chiamarlo intelligentemente l'Algarotti, possiamo esser certi che non
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L'articolo del De R., in gran parte rimasticazione poco riescita di cose da noi trovate e dette nell'articolo sui Due Gentileschi ('L'Arte', 1916, n
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il pomposo frontespizio del sedicente «problema del restauro dei monumenti». Non esiste un «problema del restauro», ma solo la menzogna del restauro
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Ed è veramente mirabile, come con quel semplice porsi d'angolo del Santo tutta la cubatura del quadro sia completamente occupata in profondità.
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E ciò non può essere che vero, anche per effetto della psiche umanistica del Correggio: parlo di psiche, perché parlo del Correggio.
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Pagina 468
aveva provocato la presenza stessa del dipinto alla Mostra. Ancor oggi, infatti (perché non dirlo?), mi è di viva soddisfazione il ricordo che fu per
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nordico del secondo decennio. Nella seconda edizione (157 A) si ristabilì l'ascrizione al Campino (Du Champ) con cui l'opera era venuta dal Museo. [E mi
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La vedevo troppo cantarinesca per poter essere del Cavedoni, e già la sospettavo del Torri [cui più tardi la restituii insieme con lo Studio per il
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Che cos'era dunque necessario per passare dal delizioso colorismo del gotico al grande colorismo? Non certo l'invasione calligrafica dello stile
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Del Fattori, spedito pittore di soldati e di cavalli; del Vinea, elegante, ma un po; leccato pittore di cose piccole; del Borrani, di qualche altro
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, di mogano, di ebano, intarsiati, commessi, incastonati, con avorii incisi, con pietre dure, con marmi, con bronzi, con ori, del Medio Evo, del
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Ma in che cosa consiste questa famosa qualità del dipinger bene? È una qualità tecnica di mestiche, di impasti, di velature, di vernici? È il
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Oh Dio, come si muta! Ci rammentiamo di alquanti anni addietro una nostra gita in Baviera, ed i nostri fervori per le sculture del Rauch e dello
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L’aspetto più interessante, comunque, rimaneva il carattere dimesso, non edonistico, spesso “povero,” di queste strutture — già evidente, del resto
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