delle grandi rassegne internazionali come la Biennale e Dokumenta? A parte i settori marginali, e decisamente reazionari (vedi padiglione americano a
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artista ottocentesco americano ha avuto una statura tale da poter essere paragonato con uno dei grandi impressionisti, fauves, nabis. E non è un caso
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americano (ed europeo), l’arte visuale si è trovata ad affrontare improvvisamente una vera e propria crisi dell’oggetto; ed è qui che si situa il mio
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Rothko è dunque agli antipodi di Tobey (e l’affiancarli nel padiglione americano è stata un’ottima idea del commissario Porter McCray), è agli
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— più o meno mal inteso - abbiamo avuto sulla pittura d’Occidente (basterebbe pensare a un Tobey, a un Kline, di cui il padiglione americano presenta l
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sfuggita sul gruppo dei veri e propri pop artisti che costituiscono il maggior richiamo di questa Biennale e che sono raggruppati nel padiglione americano
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coreografiche assunte dai danzatori. Inevitabile notare le affinità con i musical odierni, in particolare quelli del cinema americano del secolo scorso
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assai meno illusiva, assai meno invogliante di quella che si potrebbe vedere in qualsiasi cartellone americano. Avviene cioè la stessa riduzione che in
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apparterrà, più di trent’anni dopo, al grande pittore russo-americano Marc Rothko. Morandi, nel corso della sua lunga vita pittorica, sarà sempre fedele a
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intitolata Grande nudo americano, conservata nella Mayor Gallery a Londra, dove in primo piano troviamo immagini di frappè e di gelati.
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Anche gli artisti della Land Art sono affascinati dall’illimitato e, in particolare, dall’immensità del paesaggio americano, da una terra a tratti
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portato a risvolti nella cultura di massa, che spesso è scivolata verso il kitsch: lo avevano immaginato lo stesso Benjamin e il critico americano Clement
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lungo il suo percorso. Pensiamo alla già citata Spirai Jetty di Robert Smithson, un enorme vortice fatto di sabbia e pietre, che l’artista americano
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prospettive diverse di giudizio, prò e contro i risultati del Maestro americano: le discussioni sulla attualità e sulla «inattualità» dell’arte di Shahn sono
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’articolo che Marisa Volpi ha dedicato all’americano su l’«Avanti!» del 10 aprile scorso. Ricordo che nel ’54 la Volpi scrisse su Ben Shahn un pregevole
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caricatura. (In verità l’artista americano è privo in radice del senso dell’ironia e questo suo limite lo immunizza dal pericoloso genere della
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. Dobbiamo intanto premettere che per l’artista americano, come per qualunque altro, il problema della eventuale «preminenza» grafica su quella
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i più appassionati estimatori un americano, John Quinn, la cui collezione di opere di Brancusi divenne poi la più importante del mondo, più ricca di
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esposizione, fu l’americano Man Ray, che rappresenta il contributo di oltre Oceano al movimento Dada prima della sua unificazione con Picabia e Duchamp in
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’americano in generale e su quella di Oldenburg in particolare.
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ricreare l’oggetto su cui si riversano, riaffiora nello scultore americano nel motivo dello sguardo che arresta e gela.
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Precisiamo quale sia la dimensione umana in cui opera l’americano, e in tal caso la nozione di familiare e di domesticità approfondendosi è costretta
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la facilità e il sollievo del commento verbale, quello dell’americano, dopo la sorpresa del primo contatto non agevole, costringe al silenzio, ed è
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quadri dell’americano la situazione rappresenta prima di tutto un momento sfrangiato della sua esperienza vitale e psichica della realtà, un incontro
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Ma detto questo, è pure giusto sottolineare l’impegno propriamente originale del pittore americano di far scattare più fermamente il fantastico dagli
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: tuttavia il pointillisme dell’americano non nasce dall’analisi del dato della coscienza «sorpresa nel momento attivo del suo incontro col fenomeno» 47, ma
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’americano l’immagine vale soprattutto per i suoi attributi positivi: esattezza, visività, apertura ad una circolazione amplissima. Accanto alle copie
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’artista americano, nella misura compatibile certo con un mondo condizionato per intero dalla quantità e dalla impersonalità tecnica. In certi paesaggi e
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realismo americano, in un arco molto ampio dove sono rappresentate anche le posizioni più incerte di chi, non mordendo direttamente sulla realtà (e l’artista
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è dato rintracciare un itinerario parallelo a quello americano, la presenza di tendenze oggettuali, cioè un’attenzione rivolta alla scena urbana e all
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’essi una lunga storia, una sedimentazione della memoria; appartengono agli arredamenti delle ville coloniali della aristocrazia del Sud americano. A
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Ora è certo che l’innesto fortemente esplosivo della Pittura d’azione con Dada si trova all’origine del nuovo corso americano: il ready-made di
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questo gesto iniziale, sedotto dalla splendida gratuità delle linee e dei colori. Invece le faccende per l’americano non filano così sbrigative: non
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. Nella polemica attorno agli universali che l’americano rimette in causa a colpi di utensili familiari, egli prende con risolutezza partito a favore del
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veramente disinteressato né libero. Non volendosi sbarazzare del mondo, ma non potendolo neppure accettare senza contestazioni, l’artista americano sviluppa
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’americano.
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duplice decezione viene a muovere l’universo dello scultore americano: come la ricreazione del mondo, invece di progetto diventa gioco, così la ricerca
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sollecitare l’americano, per cui i suoi utensili eccedono di molto il quadro dei comuni abiti operativi. Se allunghiamo la mano, essa non riscontra una
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fosse nel critico americano, che pure affettava di non occuparsi tanto di storia quanto di puntuale valutazione e di godimento.
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risalire alla alleanza stretta dell'autore con il traduttore William Rankin, un critico americano molto al corrente, come dimostra la breve «Storia
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qualche Russo, di qualche Americano, che ingemma con essa la propria galleria, mostrando orgogliosamente il capolavoro del famoso artista italiano
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attento osservatore del costume e dell’evoluzione del gusto è stato l’artista americano Andy Warhol, il quale indicava due singolari precetti. Il primo
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abilissima e deformante; e si pensi alle opere di Jim Dine riproducenti una fetta di vita di molte situazioni comuni dell’ambiente americano; con la
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la già ricordata mostra del padiglione americano di Venezia, il movimento assunse ben presto una dimensione mondiale, diffondendosi in quasi tutte le
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." L’artista americano ha avvertito — come molti degli altri citati — l’urgenza di far vivere una franche de vie fissandola nei suoi dipinti; e di
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cosiddetta "mec-art" ossia arte meccanica) e sull’utilizzazione di elementi oggettuali simili a quelli del pop americano. Tra gli artisti appartenenti a
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. Ciurlionis che ebbe a precedere in molte invenzioni il grande Kandinsky; o quello di Frederick Kiesler, l’architetto-scultore viennese-americano, noto
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, David Nez (americano), del Gruppo E-kod di Novi Sad (Mirko Raodjičič, Peda Vranesevič, Vladimir Kopic), e di altri gruppi belgradesi e artisti isolati
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tedeschi Baselitz e Albert Dehlen, dall'americano Jene Highstein, dal belga Denmark, e da un'importante artista isolata come la polacca Magdalena
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indubbiamente a Pollock (di cui tratterò a proposito dell’action painting americano) e a Fautrier.
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