Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: toscani

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quali furono gli artisti principali  toscani  o fattisi toscani educati alle vecchie scuole; quali i
quali furono gli artisti principali toscani o fattisi  toscani  educati alle vecchie scuole; quali i lavori meglio pregiati
dei giovani fiorentini a Roma; formazione di soggetti  toscani  a serie.
1615, trovano l'ambiente assai mutato: il più eminente dei  toscani  a Roma è ora Orazio Gentileschi: sicché un altro Orazio
che avveniva fra i  Toscani  in Roma, verso il 1615-20, si ripercuoteva a Firenze con
conchiglie iridate in gamme fredde; e passaggi di strambi  toscani  come il Brandimarte; e pretese veneziane ad opera di
come il Brandimarte; e pretese veneziane ad opera di  toscani  e di liguri, di Paggi e di Passignano; e i nuovi ritorni
- proposto dal Voss accorto che nell'opera erano elementi  toscani  - è un buon avviamento; tanto più ch'egli non omise di
un po' insomma di quell'erudizioncella tanto cara a tutti i  toscani  del tempo; infine, il tipo della giovane a sinistra prepara
Italia saliva grandemente in onore. E siccome gl’incisori  toscani  non furono gli ultimi a farlo avanzare, operando nel duro
legame che univa Toscanelli ai due grandi architetti  toscani  e il nesso storico che è possibile stabilire tra l’attività
storicamente come punto d'attacco di Gentileschi con altri  toscani  di stile « misto », come Manetti e Riminaldi;
viste. È un fatto singolare, che quasi tutti gli scultori  toscani  abbiano avuto la medesima origine: cominciano coll’essere
potuto stendere radici profonde. Come, infatti, potevano i  Toscani  persuadersi che fosse buona lingua quella che di pianta
a Firenze, ove imparavano la lingua dal popolo, e dai dotti  toscani  ricevevano utili consigli.
pittorica; e intendo che sarà presto. Mi rivolgerò a'  toscani  e, per restare in discorso di caravaggisti, tornerò a'
più di mezzo secolo dopo, un'équipe di pittori  toscani  o di formazione toscana, tra cui Pietro Perugino, Sandro
il rabbuffato e temporalesco del Tintoretto, ad uso dei  Toscani  più ammodo, non entra proprio per nulla in questa bella
Ne’ tentativi dei giovani, sieno Lombardi, Piemontesi,  Toscani  o Napoletani, splendono, è vero, certe qualità nuove; ma
potrebbe attribuire con delizia a tutti indistintamente i  toscani  operanti verso il 1620, con abbonamento alla messaggera
un poco, e vedere quali cose operassero questi pittori  toscani  dell’ottocento, non pochi di numero, nè affatto privi
amorosa. Manichino, hanno ragione gli annotatori  toscani  dell’eccellente Vasari del Le Monnier, è una brutta parola;
pittura quasi tutta sua nel Rinascimento. Ha pigliato dai  Toscani  e ha dato ai Lombardi. Chi non conosce, almeno di fama, i
sua donna, cosette graziosa, è più la influenza dei vecchi  Toscani  che non quella del vero; ma meglio del Caino, dove l’atto
Vinci, collocata nel 1842, tra le ventotto degli illustri  toscani  nel portico del Vasari.