Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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il P. pare rivolgere particolarmente a me, di sostituire  spesso  all'opera d'arte figurativa un'opera d'arte letteraria, la
la cui relazione con l'oggetto che la determina è  spesso  accidentale, è discorso assai più scabroso ed immodesto.
Nelle sue partiture lei parla  spesso  di Cristo. Perché?
sono più vicine alla tecnica maieutica dei koan buddisti,  spesso  del tutto assurde; o a quelle di Barry e di Weiner, spesso
spesso del tutto assurde; o a quelle di Barry e di Weiner,  spesso  sconfinanti nel puro paradosso).
 Spesso  vagabondo per l'Europa, Perroneau morì, pO'Vero, a Leida
resto questi errori ci offrono  spesso  sorprese gradevolissime e istruttive.
con l'ambiente, interno o esterno, che li ospita; e  spesso  interessati anche ad altri parametri oltre a quelli della
eccezionali, dunque, ma  spesso  impossibili a fondersi e ad unifìcarsi e che perciò vanno
copiosi riferimenti biblici e minute analisi stilistiche  spesso  veramente notevoli.
e il vino poi sono ulteriori simboli eucaristici, che sono  spesso  usati in questo genere di composizione.
Dei personaggi che assistono ai miracoli compiuti da Cristo  spesso  raffigurati nei mosaici bizantini, alludono agli apostoli.
pittori manieristi hanno  spesso  interpretato l’episodio e tra tutti si distingue Rosso
finale, ma che conservano un valore autonomo, tanto che  spesso  vengono riprodotti, proprio come schizzi, dall’incisione. E
che assistono alla scena dei miracoli compiuti da Cristo  spesso  raffigurati nei mosaici bizantini, alludono agli apostoli.
latte di birra, svariati elementi oggettuali d’uso comune e  spesso  triviale) spesso con intenti demistificatori, ma anche con
elementi oggettuali d’uso comune e spesso triviale)  spesso  con intenti demistificatori, ma anche con frequente
il criterio dell'autore, da luogo a luogo, ci ritroviamo  spesso  di fronte a mere ripetizioni dello stesso fenomeno storico.
rosetta, e altri consimili «segni» [o macrosegni] su base  spesso  simbolica, mistica, magica, religiosa, sempre ricorrenti
religiosa, sempre ricorrenti nel corso d’un’era culturale e  spesso  assurti a veri e propri «gestaltemi»).
facoltà artistiche; e indubbiamente la storia dell’arte  spesso  potrebbe fungere da guida e da battistrada per una storia
filosofia. Per il fatto che il pensiero filosofico molto  spesso  coincide e collabora con la creazione artistica d’una data
quanto mai metamorfosata, lontana da ogni “veridicità,”  spesso  imbevuta di elementi surreali (Paladino) o ancora più
imbevuta di elementi surreali (Paladino) o ancora più  spesso  addirittura “naïve” (Clemente, Stalder, Borowski, Antonio
Faggiano, Susan Rothenberg). Ed è anche vero che molto  spesso  gli stessi artisti si valgono — ed è logico che così
d’un giudizio attorno all’opera d’arte, che è venuto  spesso  a mancare di recente e che oggi si ridimostra necessario.
che una legione di studiosi locali aveva dovuto assai  spesso  confinare nelle aride pagine degli Archivi storici. Lo
per la prima volta dato alla luce molti documenti inediti  spesso  di notevole importanza tratti dagli Archivi di Milano, di
quel copiosissimo composto che o conforma o, se colloca  spesso  in incongrua vicinanza le maniere fra sé più lontane,
forma artistica basata sulla estemporaneità dell’azione,  spesso  gestuale, o legata ad interventi sulle cose, e accompagnata
per costruire forme basate su relitti metallici o lignei,  spesso  simbolici d’un iconismo non realistico ma metaforico. E
artigianali; quelle in lamiera di rame di Riccardo Dalisi  spesso  raffiguranti bizzarre creature antropo-zoomorfe; mentre un
a che punto gli artisti si lasciano manipolare? Molto  spesso  sono loro a costruire il proprio destino e si sono ripresi
e definitiva scelta impressionista il pittore si muove meno  spesso  nell’ordine descrittivo e naïf di una volta, e più spesso
spesso nell’ordine descrittivo e naïf di una volta, e più  spesso  nella nostalgia del post impressionismo di Vuillard e di
anche soverchio, ci pare bello. L’ardire, che non giova  spesso  a chi lo ha, giova quasi sempre all’arte ed a coloro
aspettare il Medioevo per ritrovarlo in alcuni dipinti;  spesso  però la fedeltà naturalistica è sacrificata ad una esigenza
di distanza), non può meravigliare; anche perché molto  spesso  è legato a esigenze etiche, sociali, politiche, che solo in
difficoltà di «storicizzare» le due discipline; ma provano  spesso  anche l’impossibilità di identificarne i destini. Molto
anche l’impossibilità di identificarne i destini. Molto  spesso  la ripresa d’interesse per precorsi sistemi filosofici non
del passato o di aree geografiche lontane, altrettanto  spesso  avviene per motivi del tutto estrinseci (mercanti giunti da
la natura morta conserva il suo carattere illusionistico e  spesso  appare sotto forma di affresco, mosaico, o “quadro appeso”
attraverso l’applicazione d’una chiave semiotica, che  spesso  si riesce ad accettare e a far accettare dei «messaggi» che
storia della filosofia, ci corre. Il pensiero filosofico  spesso  può svilupparsi ed evolvere anche in assenza d’ogni suo
versante scientifico, etico, religioso, ecc. dello stesso.  Spesso  la storia delle operazioni artistiche d’un popolo, è
industrializzate stanno per aver fatto il loro tempo e sono  spesso  rese uggiose dalla loro monotonia e dallo scarso "tocco
«eternità» delle attuali opere visuali, del resto, mi sono  spesso  soffermato: è una delle prerogative e delle caratteristiche
e come tale non deve essere deprecata: l’opera d’oggi molto  spesso  è più prossima all’accadimento, allo happening, all’evento,
transitorietà più da allestimento fieristico, legato  spesso  alla stessa natura dei materiali usati, c’è un settore
è stato  spesso  un ottimo architetto, ma in questo caso ha realizzato un
resto la maggior parte dei critici, a riscontri particolari  spesso  inammissibili.
i capitelli e le facciate delle chiese romaniche e gotiche,  spesso  nella tipologia ostensiva dei genitali che si collega al
dico «cosiddette opere d’arte» a suggerire, sin d’ora, come  spesso  tali opere siano solo per mera convenzione da considerare
e simbolica, l’imponenza delle forme, la loro grandiosità  spesso  minacciosa e “cosmologica” ha preso il posto della
in bronzo), quanto nelle sue plastiche in fiberglas,  spesso  arieggiami forme organiche e quasi naturalistiche.
molte sorprese: l’invasione di queste sagome elementari,  spesso  eccessivamente vaste, doveva necessariamente rivelarsi come
presente. Per trovare l’architetto, che dà gli schizzi, o  spesso  la sola idea di una fabbrica; il disegnatore, che ne
col pennello; il capomaestro, che provvede alla pratica,  spesso  anche alla scienza della costruzione, bisogna venire più in
realizzazione di sistemi comunicativi interindividuali,  spesso  con forte componente socio-politica.
tendenze hanno rivalutato la funzione gnoseologica cosi  spesso  calpestata e rifiutata dall'arte visuale.
e l'arte carolingia dell'Italia settentrionale sono stati  spesso  osservati, chiude il suo bell'articolo osservando
si basa soprattutto sull’attività miocinetica elementare e  spesso  non controllata razionalmente; che si affida quindi ad un
di tutto il corpo [Shiraga]). Questa pittura si rifà assai  spesso  a origini, presunte o reali, estremorientali e invoca dei
compositiva, si verìfica anche in scultura. Anche qui molto  spesso  non è più il “bel materiale" tradizionale che interessa,
né la levigatezza del marmo, la grana del legno; ma è  spesso  il materiale grezzo, la ruvida pietra (Pietro Cascella), la
 Spesso  questi personaggi mostruosi ed ingenui hanno la virtù di
ma obbediva a criteri puramente empirici che, pur essendo  spesso  molto efficaci, non erano privi di smagliature e incoerenze
che la ricerca storica e filologica conosce, bastando  spesso  il ritrovamento di una nuova fonte o notizia storica per
del “giorno per giorno”. E deve farlo capricciosamente,  spesso  forzando il valore di artisti altrimenti deboli.