Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: siena

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DAMI,  Siena  e le sue opere d'arte. Firenze, Lumachi, 1915 (in:
Giorgio e di qualche suo coetaneo con le forme lasciate in  Siena  e presso Siena dai pittori e miniatori mantegneschi, come
suo coetaneo con le forme lasciate in Siena e presso  Siena  dai pittori e miniatori mantegneschi, come Gerolamo da
Profughi di  Siena  del Pollastrini gli assicurano un bel nome nella pittura
 Siena  APOLLONIO NASINI, ultimo di questa famiglia di pittori (n.
FANTASTICI da  Siena  (n. 1782, m. 24 luglio 1845) fu assai diligente nell’arte,
maestoso che serve d'ingresso al Collegio Tolomei in  Siena  (1818), la chiesa e la canonica di Fogliano, oggi
sono sue opere non senza pregi. — LORENZO SANTI fu pure di  Siena  (n. 1783, m. 1839); sebbene, compiuti a Roma gli studj,
e alla chiesa di San Silvestro. — GIUSEPPE PIANIGIANI di  Siena  (n. 12 maggio 1805, m. 23 ottobre 1850) sortì da natura il
tanto soavi quando nelle gentilezze del beato paese di  Siena  si sentono accompagnati di lontano dalla campana
soggiorno di Donatello a  Siena  nel 1458 è determinante per Francesco di Giorgio
ragione se non credessimo che in certa scultura policroma  Siena  abbia prodotto, già oltre gli inizi del Rinascimento, delle
sostituzione va ricercata nella tradizionale inimicizia tra  Siena  e Firenze, e poiché il giglio è emblema fiorentino gli
prigioniero di Carlo I re di Puglia, corre nella piazza di  Siena  dinanzi alle donne ed agli uomini del popolo, porgendo la
del Saivani, il quale, dopo la vittoria di Montaperti aveva  Siena  o meglio tutta parte ghibellina di Toscana in mano, ma per
esser stato scolaro del Greco a Roma e aver poi dipinto a  Siena  - patria del Mancini - un'opera sullo stile del maestro,
fu FRANCESCO NENCI d’Anghiari (n. 10 aprile 1781, m. in  Siena  il 4 marzo 1850). Ammaestrato in Firenze nei principii
de Senis me fecit anno MCCCXXXVII'; e 'Chonte di Lello di  Siena  mi fece A. D. MCCCXXXVIII'. È sua pure quella di sinistra
una bella ed erudita memoria. — GALGANO CIPRIANI di  Siena  (n. 1775, m. 27 gennaio 1853) che procurava di seguitare le
della Vergine destinata all’altare maggiore del Duomo di  Siena  (1308-11). La storia è nota: Gesù, dopo l’«ultima cena», va