Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: prospettica

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quasi essenzialmente all'attuazione della monumentalità  prospettica  della forma umana che si riduce per lui a una astrazione
corrente  prospettica  è stata anzi condannata come tendenza, peggio che
fino al periodo impressionistico, è fondamento di sintesi  prospettica  di forma-colore.
di protagonisti della rivoluzione  prospettica  toscana non si può non accennare a Paolo Uccello, la cui
a Paolo Uccello, la cui passione per la rappresentazione  prospettica  fu così accesa ed esclusiva da indurre Vasari, un secolo
e di Andrea del Castagno per giungere all'assolutezza  prospettica  di Piero, in cui tuttavia v'era ancora, qua e là una piega
quasi magica dell'ombra potente e della tornitura  prospettica  delle membra noi vediamo a poco a poco forme semplici
i rapporti proporzionali ideali e mostrandone la proiezione  prospettica  da varie angolazioni.
principio e il fine era dunque nella incapacità  prospettica  del Foppa - contrapposta alla sintesi prospettica dei
prospettica del Foppa - contrapposta alla sintesi  prospettica  dei veneti -; e, per contro, nella sua vivacità percettiva
è troppo essenziale per giungere a una schematizzazione  prospettica  delle forme.
Bellini si mantiene fedele a una vasta costruzione centrale  prospettica  di forma-colore, che Mantegna solo apparentemente aveva
vedesse le opere; certo è tuttavia che l'intensificazione  prospettica  è di tale ardore e ingenuità da dimostrare un'artista che
Cinquecento, visto il disfacimento graduale della sintesi  prospettica  nei giorgioneschi, e i pericoli del «puro colore». fra i
irrealismo magico sia determinato proprio dall’«ossessione»  prospettica  di Paolo Uccello, che lo spinge ad usare colori e profili
con libri, strumenti scientifici e un mazzocchio: tarsia  prospettica  su cartone attribuita a Giuliano da Maiano, 1475 ca.,
In questo modo Paolo si assicura un’accentuata resa  prospettica  dei vari piani di profondità. Egli agisce un po’ come un
i caratteri del Gotico cortese con quelli della rivoluzione  prospettica  avviata in Toscana all’alba del Quattrocento, proponiamo un
infine, un altro particolare, la caratteristica apparenza  prospettica  della mano destra della Vergine che appare in tanti fusetti
esempio che fece scuola nel campo della finzione  prospettica  applicata Fig. 116. Andrea Mantegna, Cristo morto, 1475-80
risaltare il contorno sintetico: e ancora, che la tendenza  prospettica  vi si rivela nello scorcio della voluta del pastorale.
subito, una tendenza alla costruzione quasi ferocemente  prospettica  della forma corporea. Le osservazioni che ho fatto sui
tanto distante dalla schiettezza fondamentalmente  prospettica  del sintetismo di forma-colore che siamo soliti ad amare in
ma non intendono dell'eccellenza plastica, spaziale, e  prospettica  di certi nostri antichi, più di quello che dell'eccellenza
ancora correggesco, di trasformazione di una struttura  prospettica  in struttura luministica.
delle finestre. Palazzo Corsini è in una via: la veduta  prospettica  è obbligata, le lunghe file delle finestre decrescenti con
Firenze dei primi anni del XV secolo, quella rivoluzione  prospettica  brunelleschiana che ne avrebbe messo in crisi i presupposti
laudativa e persino apologetica; in compenso la valutazione  prospettica  è pressoché impossibile; non solo per la difficoltà di
senza modulare in termini di esatta distanziazione  prospettica  i diversi «istanti» del racconto. Il metodo della
Antonello doveva insomma aver usato della stessa centralità  prospettica  organizzata per mezzo di vere e proprie architetture, che
essendo consapevole della rivoluzione  prospettica  che si era affermata a Firenze (di cui sicuramente aveva
nel ’58, nella quale la superficie include la profondità  prospettica  di un portico e di una loggia. Se si pensa che quest’ultima
di volumi e dò serve ad evidenziare la disposizione  prospettica  della forma stessa nel suo sviluppo in diversi piani di
era proprio di spiegare e divulgare la teoria e la pratica  prospettica  messe a punto da Brunelleschi, cui non a caso Alberti
ma allora lo spazio non può più essere un'astrazione  prospettica  — naturalistica o architettonica — ed è fatto di cose
quasi provocatoria, dimostrazione di una maestria  prospettica  e luministica che a quell’epoca non aveva assolutamente
dimostrazione visiva della rivoluzione con cui la scienza  prospettica  rinascimentale veniva a sconvolgere le consuetudini