| Ivi | regna ancora il mito Ribera, il mito Guido Reni. |
Scritti giovanili 1912-1922 -
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ne’ marmi immagine Fastidirà; chè, dove occhio non brilla, | Ivi | morta è d’amore ogni favilla. |
Scultura e pittura d'oggi. Ricerche -
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| Ivi | il D. insiste su «un primo stadio, quello informativo, in |
Scritti giovanili 1912-1922 -
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medesimo non si ripete in Baviera. | Ivi | credereste, ornatissimo Signor Abate, ire prima a diporto |
Scritti giovanili 1912-1922 -
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di Orvieto, ma pensiamo che infine non ne valga la pena. | Ivi | si parla di un «incanalamento di forze vitali che |
Scritti giovanili 1912-1922 -
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pesanti scatoloni dei casamenti pieni di caldo e di bujo. | Ivi | l’homo orthopedicus recita con voce di carrucola una sua |
Scritti giovanili 1912-1922 -
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quindi del concetto che di esso si faceva l’individuo, | ivi | compresa la posizione fisica alla quale erano costretti i |
L'arte di guardare l'arte -
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al 1802, nel qual tempo si rese finalmente alla patria. | Ivi | tra le altre si ricordano le sue storie d’Apollo dipinte a |
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri -
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ad opere quali le pitture impressioniste, espressioniste, | ivi | compresi certi periodi reputati un tempo di «cattivo gusto» |
Il divenire della critica -
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ferale, comeché, ricchissimo nel tingere e nell'impasto. | Ivi | si riferiscono a un Ruggeri, attribuzione impropria a |
Scritti giovanili 1912-1922 -
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Toscana le cose procedevano diversamente, perchè | ivi | nè l’Accademia nè il Purismo avevano potuto stendere radici |
La pittura moderna in Italia ed in Francia -
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caso del Caravaggio e di tutta la pittura da lui derivata, | ivi | compresa, naturalmente, la più grande pittura olandese di |
Le due vie -
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olio, Zenobia raccolta dal fiume Arasse. Pensionato a Roma, | ivi | condusse tre dipinti che l’Accademia fiorentina conserva, |
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri -
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vollero alzato i Fiorentini in Santa Croce nel 1830. | Ivi | oltre la statua sedente del divino poeta, sono in |
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri -
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di Roma, non che della splendida biblioteca dei Papi, che | ivi | co’ monumenti delle lettere e delle scienze, avessero |
La pittura antica e moderna -
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già purgate da spesse cisterne e frequenti cascatelle. | Ivi | si versano in un grande ricettacolo rotondo tutto di pietra |
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri -
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cappella per contemplare tipi giovanili atteggiati a pietà. | Ivi | nel raccoglimento e nel silenzio, nella luce incerta che |
Saggi di critica d'arte -
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e l’Agar del Guercino. Venuto a dimorare in Firenze (1825), | ivi | diede mano a quell’opera, nella quale non sapresti dire se |
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri -
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Firenze, Napoli, e di quest’ultima non s’è ancora parlato. | Ivi | l’Accademia ottenne i suoi maggiori e più eccessivi |
La pittura moderna in Italia ed in Francia -
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disegno per la sala degli stucchi nel palazzo dei Pitti; ed | ivi | anche incominciò quella nuova parte di fabbrica che |
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri -
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S. Occitia clic disputa davanti all'imperatore. | Ivi | i panni non usurpano più della conveniente misura, e le |
Saggi di critica d'arte -
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con quella stessa franchezza, non ebbe la medesima fede che | ivi | poteva trovare la sorgente inesausta d’un nuovo ideale; |
La pittura moderna in Italia ed in Francia -
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benissimo le figure dei committenti (la famiglia Parati) | ivi | introdotti in preghiera. Innocenzo ha l’animo inaccessibile |
Saggi di critica d'arte -
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e quella del cimitero della Compagnia della Misericordia, | ivi | eretto, fuori la porta a Pinti nel 4839. — Bartolommeo |
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri -
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veduta Roma, si dette ad operare e non senza lode. Sono | ivi | di suo disegno la Canonica di Santa Maria delle Carceri, la |
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villa Demidoff da lui eretta, con molte altre fabbriche | ivi | annesse, a San Donato nei contorni di Firenze dal 1828 al |
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sala per gli esperimenti pubblici degli alunni, | ivi | costrutta nel 1836. — ALESSANDRO MANETTI figlio |
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di Fiesole, fotti nel 1814; l’altar maggiore | ivi | costruito cinque anni appresso, e infine il nostro teatro |
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Campidoglio, sfiora da ultimo le opere secentistiche, che | ivi | sono in gran numero, ma sì presto che par tema quel |
Saggi di critica d'arte -
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degli Uffìzi (1845), l’altra di Sant’Antonino arcivescovo | ivi | pure collocata (1852), e la celebre base in cui volle con |
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