ricordare la Strage degli innocenti realizzata dal Maestro | Fiorentino | nella volta del Battistero di Firenze. |
Leggere un'opera d'arte -
|
interpretato l’episodio e tra tutti si distingue Rosso | Fiorentino | con la sua Deposizione nella Pinacoteca di Volterra. |
Leggere un'opera d'arte -
|
e tuttavia si può ben dire che la ricostruzione di Niccolò | Fiorentino | non presenta segni di grande coerenza. |
Scritti giovanili 1912-1922 -
|
le qualità pittoriche di Monna Lisa, pittura di Leonardo, | fiorentino | del quattro-cinquecento che nel prologo del suo trattato ci |
Scritti giovanili 1912-1922 -
|
del Louvre l'addio nostalgico a un Pier dei Franceschi | fiorentino | quale egli avrebbe dovuto sortire. |
Scritti giovanili 1912-1922 -
|
ma più animosa è la modellatura del Nerone, che il | fiorentino | Gallori mandò da Roma a Firenze per saggio della sua |
Scultura e pittura d'oggi. Ricerche -
|
ricostruzione della personalità di Niccolò | Fiorentino | quale viene tentata qui da Giovanni Folnesics fa parte di |
Scritti giovanili 1912-1922 -
|
dichiarazione di sfiducia vera e propria sull'arte del | fiorentino | cui il Berenson giunge traverso pagine equilibrate, |
Scritti giovanili 1912-1922 -
|
Veronesi, Nigro, Di Salvatore, Mazzon, Pantaleoni), | fiorentino | (Nativi, Monnini, Moretti), romano (Accardi, Dorazio, |
Ultime tendenze nell'arte d'oggi. Dall'informale al neo-oggettuale -
|
diviene un fatto compiuto: nel suo celebre Crocifisso | fiorentino | (fig. 65), si può dire che Giotto abbia rappresentato, |
La storia dell'arte -
|
Sposalizio della Vergine dipinto da Rosso | Fiorentino | per la Chiesa di San Lorenzo, a Firenze, pur muovendosi in |
Leggere un'opera d'arte -
|
[Soltanto pochi anni dopo mi avvidi che apparteneva al | fiorentino | Coccapani]. |
Scritti giovanili 1912-1922 -
|
il Folnesics, Niccolò | Fiorentino | si individuerebbe come l'unico seguace intelligente dei |
Scritti giovanili 1912-1922 -
|
Nascita della Vergine. Firenze, Accademia. Di un anonimo | fiorentino | fra il '5 e il '600 [recentemente è stato affacciato, per |
Scritti giovanili 1912-1922 -
|
del Grita, ma più vario e pieghevole ci sembra l’ingegno | fiorentino | di Adriano Cecioni. Anni addietro era pensionato |
Scultura e pittura d'oggi. Ricerche -
|
tra Siena e Firenze, e poiché il giglio è emblema | fiorentino | gli artisti si trovarono nella condizione di doverlo |
Leggere un'opera d'arte -
|
vasariana del naturalismo artistico del primo Quattrocento | fiorentino | ripresa e ribadita da Burckhardt ha servito non solo a far |
Scritti giovanili 1912-1922 -
|
della personalità rimarchevolissima dello scultore | fiorentino | non senza - come è costume pletorico del Wulff - allargare |
Scritti giovanili 1912-1922 -
|
perché le preoccupazioni scenografiche e formali di stampo | fiorentino | non glielo consentono: sicché egli corre il rischio di |
Scritti giovanili 1912-1922 -
|
FERDINANDO FUGA (1699-1782) è | fiorentino | ma, fortunatamente, ha tutt’altre idee: si vede dal |
Manuale Seicento-Settecento -
|
non più dell’arte del Benvenuti, ma di quelle del | fiorentino | Sabatelli e del fiorentino Bezzuoli. Il Sabatelli era morto |
Scultura e pittura d'oggi. Ricerche -
|
del Benvenuti, ma di quelle del fiorentino Sabatelli e del | fiorentino | Bezzuoli. Il Sabatelli era morto da cinque anni, e il |
Scultura e pittura d'oggi. Ricerche -
|
ci danno un senso di colore che nessun gotico e nessun | fiorentino | della corrente masaccesca ci darebbe, vuol dire che la |
Scritti giovanili 1912-1922 -
|
in un «occhiello» della seconda edizione del catalogo | fiorentino | anche il mio nome è citato tra quelli che «diedero in |
Scritti giovanili 1912-1922 -
|
dei Lombardi. A questa si accosta invece soverchiamente il | fiorentino | Caroni nel suo Dispaccio d'amore, e un poco anche il |
Scultura e pittura d'oggi. Ricerche -
|
comoda e moderna, pose fine Clemente XII, chiamando il | fiorentino | ALESSANDRO GALILEI (1691-1737), che a Londra era stato in |
Manuale Seicento-Settecento -
|
studiano i Quattrocentisti ed il vero. Il Cantore | fiorentino | del Dubois ha sapore di Verrocchio e di Donatello: un |
Scultura e pittura d'oggi. Ricerche -
|
dei Georgofili e un premio dal governo.— GIUSEPPE MARTELLI | fiorentino | (n. 1791) è fornito di perizia e buon gusto, come |
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri -
|
in men di tre mesi nel decorso anno. — GIUSEPPE MICHELACCI | fiorentino | architetto assai studioso di ben fare, costruì a |
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri -
|
spettacoli e divertimenti. — GIOVAN BATTISTA SILVESTRI | fiorentino | (n. 12 gennaio 1796) che merita d’esser mentovato per là |
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri -
|
si va con grande espettativa eseguendo. — VITTORIO BELLINI | fiorentino | (n. 1798), che con buone proporzioni, gusto ed eleganza |
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri -
|
antiche case di codesta famiglia. —LEOPOLDO PASQUI pure | fiorentino | (n. 18 febbraio 1801) a cui si devono e l’elegante restauro |
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri -
|
a termine sette anni appresso. — Telemaco Buonaiuti | fiorentino | (n. 1802 circa) è architetto di molto ingegno. Si devono a |
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri -
|
del Fiore pel concorso del venturo anno. — Francesco Mazzei | fiorentino | (n. 1806) è salito in bella fama pel suo amore agli antichi |
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri -
|
Volterra alcune assai buone case. — Emilio De Fabris, pure | fiorentino | (n. 28 ottobre 1808) è degno di onorata menzione, siccome |
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri -
|
palagio della prima Esposizione Italiana. — GIUSEPPE Poggi | fiorentino | ricco di sapere e di studj attende pure alle buone regole |
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri -
|
il suo maggior protagonista nel campo della pittura nel | fiorentino | Giotto, come riassume efficacemente la formula coniata da |
La storia dell'arte -
|
Averulino detto il Filarete, lo scultore ed architetto | fiorentino | autore di una porta bronzea della Basilica di San Pietro in |
La storia dell'arte -
|
conte LUIGI CAMBRAY DIGNY | fiorentino | (n. 1779, morto 22 febbraio 1843) fu anch’esso della bella |
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri -
|
diversi da quelli dei suggerimenti dell’arte del maestro | fiorentino | alla generazione successiva alla sua: assai suggestiva, per |
Personaggi e vicende dell'arte moderna -
|
e della spettacolarità coreografica. Uno scenografo come il | fiorentino | Bernardo Buontalenti portò questo genere di spettacoli |
La storia dell'arte -
|
intorno al 1519 per la camera da letto del mercante | fiorentino | Pierfrancesco Borgherini, ci spostiamo in un’epoca |
La storia dell'arte -
|
e molto più utili applicazioni. A chi ha veduto il R. Museo | fiorentino | di Fisica e Storia Naturale, non sono certamente sfuggite |
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri -
|