§ 1. L’azione dei geni nello sviluppo. — § 2. Pleiotropia. — § 3. Caratteri simili determinati da fattori diversi. — § 4. Caratteri che dipendono da
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Nascono dunque, da questo incrocio, forme nuove, nuciforme e semplice, e il risultato della F 2 suggerisce la presenza di due fattori. L
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dall’incrocio di due razze bianche, tutte piante con fiori rossi. La F 2 derivata da questi si presentava composta di
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. Poiché i fiori rossi nella F 2 sono 9/16 vien fatto di pensare che essi si formino soltanto quando coesistono due fattori dominanti indipendenti
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Alla F 2 compaiono individui colorati in proporzioni di 3/16; mentre gli altri 18/16 sono bianchi. Anche il rapporto 13 : 3 deve considerarsi come un
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vitali, perché il fattore Ay, allo stato omozigota, non è compatibile con la vita [cfr. §2 del capitolo seguente]).
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Ma l’interessante è in questo caso, che non tutte le piante della F 2, hanno cariossidi con la stessa intensità di rosso: in alcune il rosso è molto
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con cariossidi rosse, ottenne alla F 1 tutte cariossidi rosse, alla F 2 63 piante con cariossidi rosse contro una
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contengono un numero minore. Ora, esaminando le 64 combinazioni possibili della F 2, che si possono ricavare facilmente costruendo una «scacchiera» analoga
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posseduti da ciascuna pianta, ne segue che la F 2 deve costituire, per la intensità del rosso, una serie di variabilità distribuita secondo la curva
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5) Le curve di variabilità che si ottengono alla F 2, F 3 ecc. sono simili a quelle che abbiamo visto prodotte dalle modificazioni, benché dovute a
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3) Nella F 2 le forme estreme, simili a quelle dei progenitori, hanno frequenza teorica, e perciò probabilità di comparsa, tanto minore quanto
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4) Se dalla F 2 si selezionano ad es. dei minus varianti, è probabile che si ottenga da questi una F 3 in cui compaiono individui più piccoli dei
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Con l’interpretazione dei fattori multipli si può intendere come, in una figliuolanza non molto numerosa compaiano alla F 2 soltanto i caratteri
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, una a pannocchia corta e tozza, l’altra a pannocchia lunga. Si vede la variabilità delle razze parenti, quella della F 1 e quella della F 2 e l’effetto
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gialli nel rapporto 2 : 1 (Cuénot 1905, ed altri): sono dunque eterozigoti. Il colore giallo è determinato da un fattore X, il cui recessivo x consente
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Fig. 30 – Schema della oogenesi (a sinistra) e della spermatogenesi (a destra); 1, oogonie e spermatogonie; 2, id. al termine della fase di
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Fig. 31. – Schema della meiosi: 1, assetto cromosomico normale del gonocito di 1° ordine; 2, coniugazione dei cromosomi omologhi (uno nero e uno
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§ 1. Il valore del nucleo nei fenomeni dell’eredità. Primi esperimenti. — § 2. Il valore dei cromosomi nell’eredità. — § 3. Schema della concordanza
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Tipo Abraxas. - È questa una farfalla, in cui si è visto (Doncaster, 1914) che in certe razze il maschio ha 56 (2n) cromosomi, la femmina solo 55 (2
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), quelli dei recessivi con l’iniziale minuscola (fused 2, fu 2; kidney, k; lozenge 3, lz 3 ). Si suole anche indicare l’allelomorfo normale con il
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§ 1. Eccezioni alla terza legge di Mendel. Associazione. — § 2. Scambio. —§ 3. Teoria dello scambio. — § 4. Carte cromosomiche. — § 5. Doppio scambio
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; echinus dista 4 da white, e 4 + 1,5 = 5,5 da yellow; ruby dista 2 da
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(1, 3, 3, 1, 1, 2, 1, 3, 1, rispettivamente per ciascuno dei nove gruppi) può darsi che alcuni fattori, che sembrano indipendenti, risiedano in
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§ 1. La teoria cromosomica. — § 2. La costanza del numero dei cromosomi. — § 3. L’individualità e la continuità genetica dei cromosomi. —- §. 4
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Ci si domanda quindi: 1) se il numero dei cromosomi è costante; 2) se i cromosomi hanno una individualità propria; 3) se vi è una continuità genetica
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possono presentare — raramente — qualche variazione, ma ciò ha poca importanza per il problema dell’eredità; 2) le cosiddette aberrazioni cromosomiche
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Fig. 65. - Schema degli stadi di 2 e di 4 cromatidi; i cromatidi gemelli sono indicati con lo stesso tratteggio; r indica il piano della divisione
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§ 1. Definizione e problemi. — § 2. Falsi ibridi e ibridi mostruosi. — § 3. Ibridi sterili. Gonomonarrenia e gonomonotelidia. — § 4. Ibridi fertili
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§ 1. Le origini della genetica. — § 2. Le teorie di Darwin e Nägeli. L’idioplasma. — § 3. La teoria di A. Weismann: la continuità del plasma
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accompagnate da cambiamenti visibili citologicamente nella compagine cromosomica; 2) le mutazioni cromosomiche che consistono invece in alterazioni
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comprende il solo Triticum monococcum, con 2n = 14, n = 7 cromosomi; il gruppo «Emmer», che comprende T. dicoccum, polonicum, durum, e turgidum, con 2 n
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Un’altra serie poliploide, anche più numerosa è quella delle rose (n = 7), in cui si conoscono specie diploidi (2 n = 14) diploidi (21) tetraploidi
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polisomiche studiate da Blakeslee e Belling (Fig. 93-95). Questi autori hanno trovato Dature con 25 cromosomi (2 n + 1) e hanno riconosciuto, per i
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caratteri degli Artropodi e alcuni pochi dei Vertebrati; 2) eusessuali (dipendenti dagli ormoni delle gonadi) e sono la maggior parte dei caratteri
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Fig. 120. - Schema dell’esperimento di trapianto di gonadi in Ephestia kühniella. 1 e 2. bruco e testa di farfalla della razza con occhi rossi (aa
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§ 1. - Posizione del problema. — § 2. - Valore dell’evoluzionismo. — § 3. - Le teorie sul metodo dell’evoluzione. — § 4.-11 problema dell’evoluzione
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incrocio sono molto numerose. Per esempio un gene che si presenti con 10 stati allelomorfi, può dar luogo a 55 (= 10 + 9 + 8 + 7 + 6 +5 + 4 + 3 + 2 + 1
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media della popolazione totale. Misurata la media degli scarti dei figli, trovò che essa è circa 2/3 della media degli scarti dei genitori: i figli sono
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le piantine in condizioni della massima uniformità. In alcuni esperimenti ottenne il 95%, perfino il 98% di fiori con 5 stami, e il 5 o il 2% di fiori
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§ 1. Il presupposto dei Lamarckisti. — § 2. Pro e contro l’eredità dei caratteri acquisiti. — § 3. Cause d’errore: a) Materiale non genotipicamente
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P indica i genitori (parenti) e F 1, F 2 , ... Fn le successive generazioni filiali.
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nella proporzione 1 : 2 : 1. E sono proprio i rapporti a cui si avvicinano i numeri ottenuti con gli esperimenti, sempre che il numero dei discendenti
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%). Né è possibile, come, nei piselli, l’autofecondazione, e perciò se si fanno riprodurre i neri F 2 fra loro, appaiandoli a caso, si rischia di
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Perciò se un nero F 2, reincrociato con un pollo di razza bianca, dà tutti figli neri, è evidentemente un omozigote, che dà tutti ibridi (Aa) neri
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cioè quattro classi d’individui, subito riconoscibili fenotipicamente, che rappresentano appunto i quattro fenotipi che si otterrebbero alla F 2, ma
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§ 1. La struttura elementare degli esseri viventi. — § 2. La riproduzione. — § 3. La riproduzione agamica. La scissione. — § 4. La gemmazione. — § 5
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Quando le coppie dei caratteri che entrano in un incrocio sono più di una, il risultato della ibridazione, alla F 2, dimostra che i varî fattori si
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due gameti col carattere recessivo è pure 1/4, e la probabilità che s’incontrino un gamete col dominante e uno col recessivo è 2/4. Proprio come
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I 9/16 degli individui della F 2 hanno pelo nero e corto (NA) i 3/16 hanno pelo nero e lungo (Na) i 3/16 pelo bianco e corto (nA) e 1/16 pelo bianco
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