localizzati nello stesso punto del cromosoma, e ciò è stato infatti dimostrato (cfr. cap. XIII, § 4). È evidente che la presenza di una coppia di
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selezione in due o tre generazioni successive. S’interpretano anche alcuni casi del cosiddetto lussureggiamento degli ibridi, o eterosi (cfr. cap. XV
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di ciascuno di essi sono fissi e caratteristici per ogni specie di animali e di piante (cfr. cap. XIV, § 2). Quanto rimane della sostanza nucleare non
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’equivalenza dei due gameti dal punto di vista ereditario, è innegabile (cfr. le discussioni sull’eredità materna, cap. XVI). Inoltre tutto il processo
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, come fanno, ad es., i caratteri sessuali secondarî: in tal caso si parla piuttosto di eredità limitata dal sesso (cfr. pag. 94); i caratteri legati al
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donna normale nascono tutti figli con vista normale (cfr. 1° incrocio, F1); ma, mentre i maschi sono sani, le femmine sono eterozigote, cioè portatrici
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figlia di daltonista, portatrice (cfr. 2° incrocio, F2). In tal caso la metà delle figlie femmine sono portatrici, e la metà daltoniste. In questo caso
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comportamento e la posizione (cfr. pag. 184), di quel gene e quindi del suo allolomorfo, «occhi di colore normale»: là dove compare un’anomalìa, un individuo
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omologhi, e la meiosi è gravemente turbata. Molti casi di sterilità degli ibridi sono certamente da attribuirsi a cause simili (cfr. Fig. 56). Molti altri
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noduli, è fondamentalmente la stessa (Fig. 58). Anche la costanza delle aberrazioni cromosomiche (rottura, trasposizione, ecc. cfr. pag. 269) che si
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cfr. W. Ludwig (1938). : leptotene (i cromosomi lunghi e filamentosi si apprestano a coniugarsi); zigotene (i cromosomi omologhi si avvicinano, a
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in cui si conoscono ora pochi geni) e una parte di X (cfr. Fig. 63). Varî autori, ma specialmente E. Heitz (1932-33), hanno riconosciuto nei cromosomi
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specie (cfr. cap. XXIV).
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vulgaris X Rana esculenta), o fra Rana temporaria X Rana esculenta cfr. nota 1 a pag. 219. . Evidentemente in questi casi non può parlarsi di ibridazione.
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, Uccelli, Pesci, varie piante) in cui si trovano effettivamente fra gli ibridi anche varî gradi di intersessualità (cfr. Ghigi 1934, 1938; A. Vecchi
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fenotipicamente diversi, come è comunemente riconosciuto da tutti i cultori di ippologia (cfr. Cavazza, 1931), nonostante le affermazioni contrarie di
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ibridologico (cfr. A. Ghigi, 1936).
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fisiologica dell’eredità di cui ci occuperemo in seguito (cfr. cap. XX). Il Goldschmidt trovò che, negli incroci fra razze con bruco chiaro è razze con
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citoplasma, che sono capaci di indurre il differenziamento di altre, e di assumere, in certo modo la direzione dello sviluppo embrionale (cfr. cap
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combinazioni di caratteri preesistenti. Molte mutazioni poi sono mutazioni cromosomiche, anziché geniche (cfr. pag. 269).
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spesso una regolazione che dà origine a zigoti diploidi [cfr. pag. 141]) e che la natura mette in opera ogni accorgimento per raggiungere la diploidia
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un plasma di specie diversa è incapace di prender parte alla costituzione del nucleo dello zigote (cfr. pag. 222). Un altro metodo per ottenere lo
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temperatura molto bassa (cfr. pag. 142). In tali casi il polline non ha altra azione che quella di eccitare l’oosfera allo sviluppo, senza che il
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(cfr. più avanti).
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discendenza. Ne inferirono che gli intersessi (cfr. cap. XX) e le femmine che davano discendenza anormale dovessero essere triploidi, e l’esame
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raddoppiamento del numero dei cromosomi. Il secondo caso è quello di una razza dell’Artemia salina (cfr. pag. 141) che vive nelle saline di Capodistria; ha 84
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ritengono che i geni della sessualità agiscano producendo ormoni sessuali, che determinano il differenziamento dei sessi (cfr. pag. 313).
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la diagnosi del sesso dal sangue e da altri tessuti, applicata con successo da alcuni autori anche nelle piante (cfr. Ph. Joyet-Lavergne, 1931). Il
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maschi) negli Uccelli, in seguito all’ibridazione interspecifica (casi illustrati sopratutto nei fagiani, da A. Ghigi e A. Vecchi; cfr. pag. 225) e
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controllo ormonale (cfr. capitolo seguente) ed è molto poco verosimile che lo siano quelli dei Crostacei; inoltre, il fatto che caratteri del sesso opposto
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limitiamo quindi a riassumere le più importanti e generali conclusioni che si possono trarre dall’insieme dei fatti finora conosciuti (cfr. M. Hartmann
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del sesso opposto, siano fatte prima che lo sviluppo sia finito, o prima che la determinazione di quei caratteri sia irrevocabile (cfr. pag. 334). È
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fenotipi di altrettante razze stabili (cfr. pag. 349). Con questo mezzo si è potuta analizzare la sequela dei processi per cui si determina il «disegno
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bozzolo colorato: quelli in cui vengono a trovarsi insieme Y e C. Oasi analoghi abbiamo già descritto (cfr. pag. 108).
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sessuali secondarî (cfr. pag. 317), per mezzo degli ormoni. È frequente nei vertebrati il caso che un certo carattere, o tutta una serie di caratteri
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interpretare il meccanismo dell’evoluzione. Delle molte che sono state elaborate (cfr. in proposito G. Brunelli, 1933) quattro sono quelle di portata
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L'ologenesi di D. Rosa (1909-1918; cfr. la recente esposizione di G. Golosi, 1936) è la più recente e la più completa delle dottrine, che furono
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accennato a questo problema (pag. 220), che non è possibile discutere esaurientemente in questa sede e sul quale esistono numerosi studi (cfr. F. Raffaele
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verisimilmente generalizzabile (cfr. Dobzhansky, op. cit.).
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suo tempo (cfr. cap. XVII). Anche più scarse sono le ricerche sulla variabilità delle specie in natura e sulla base genetica delle differenze razziali
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cariotipo. La poliploidia, come si è detto (cfr. pag. 279) può certamente costituire un modo di evoluzione, e dar luogo subitamente a forme nuove e
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di vere e proprie mutazioni. Benché tali risultati non siano stati confermati dalle ricerche più recenti (cfr. Schubert e Pickhan, 1938), tuttavia non
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definiti in termini scientifici (cfr. pag. 48). Verso la fine del secolo scorso, quando i problemi dell’eredità si posero in primo piano nel quadro
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