Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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 Ma  questa ha normalmente otto cromosomi. Come spiegare tale
si tratta dunque di eredità,  ma  di una infezione diretta.
ciò è dimostrabile per via genetica,  ma  lo studio citologico
gruppo 0 non possiede agglutinogeni,  ma  possiede invece le due agglutinine.
cui rapporti mal si accordano con le previsioni mendeliane;  ma  è evidente che fatti così aggrovigliati e complessi
che tenga conto non soltanto delle condizioni genetiche,  ma  anche della citologia.
fenotipi teoricamente prevedibili sono 230,  ma  naturalmente sarà praticamente impossibile distinguerli
 Ma  anche altri caratteri, e particolarmente la pigmentazione,
 ma  le mutazioni, che insorgono subitaneamente, per cause
in generazione — i risultati delle variazioni graduali,  ma  di colpe», per la comparsa di individui che presentano
cellule somatiche tale numero può bensì variare alquanto,  ma  sempre limitatamente, in seguito a divisioni irregolari,
divisioni irregolari, anomalie diverse delle mitosi, ecc.,  ma  nelle cellule germinali esso si è rivelato sempre costante
non corrispondono a quelle trovate sulla carta citologica:  ma  l’ordine lineare dei geni è assolutamente lo stesso, senza
aveva avvertito il Morgan, non danno quindi i veri loci,  ma  rispecchiano la distribuzione lineare dei geni in modo
numero diploide di cromosomi,  ma  i componenti la coppia II non sono eguali, benché
trovarsi, normalmente, nelle farfalle e negli uccelli,  ma  nessun caso sicuro è conosciuto.
in senso assoluto,  ma  soltanto se riferiti a una o più coppie di allelomorfi, o
dal Renner (1917) con una teoria piuttosto complessa,  ma  ben fondata sui fatti.
di pigmenti molto diffusi fra i vegetali: i carotinoidi.  Ma  vi
maschi con occhi bianchi, e femmine apparentemente normali,  ma  eterozigote, cioè conduttrici, come dimostra la F2:
esempî analoghi sono forniti da altre piante coltivate;  ma  l’albinismo è forse l’esempio più evidente di pleiotropia:
del pigmento non è limitata ai peli o ai capelli nell’uomo,  ma  si estende anche all’iride, alla corioidea, alla pelle, ed
e metà normali,  ma  eterozigote. I risultati numerici dell’esperimento del
dire metroclina (dal gr. μήτης, madre, e χίνειν, inclinare)  ma  il termine matroclina è ormai entrato nell’uso.
può dimostrare l’enorme importanza pratica della genetica;  ma  i fatti
cui i caratteri siano combinati nel modo che più interessa;  ma  ha anche, e soprattutto, un grande valore teorico.
dire che la maggior parte delle mutazioni sono recessive,  ma  ve ne sono anche
rari, vi sono caratteri che non differiscono nei due sessi,  ma  sono tuttavia soggetti agli ormoni (caratteri
può quindi talvolta dare origine a specie o razze nuove,  ma  non deve concludersi che questo sia un fenomeno generale.
finora osservati, specialmente nella Drosofila,  ma  anche in altri animali e piante.
soltanto dalla insufficienza dei nostri mezzi d’indagine,  ma  rispecchia piuttosto una condizione obbiettiva,
cromosomi salivari e andasse a costituire il cromocentro,  ma  quest’opinione deve essere abbandonata. Si è visto infatti
eterocromatina sono rappresentate nella posizione normale,  ma  hanno dimensioni relative molto minori che
avrà tutti figli maschi daltonisti, e le femmine normali,  ma  portatrici. Il matrimonio di due daltonisti dà tutti figli
organismi la separazione fra i sessi non sia assoluta,  ma  vi sia una serie di gradi intermedi fra due poli — maschio
che in senso assoluto appartengono allo stesso sesso,  ma  hanno intensità diversa, possono reagire fra loro come
 Ma  le conferme più brillanti della localizzazione e
 Ma  il concetto più importante stabilito dal Weismann è la
non si trasmette egualmente a tutte le cellule,  ma  soltanto alcune di esse, quelle che saranno destinate a
tuttavia comparvero poche piante sicuramente ibride,  ma  fertili. Si constatò (Clausen e Goodspeed, 1925) che esse
che hanno ambedue n = 9 cromosomi. L’ibrido è sterile,  ma  alcuni individui tetraploidi (n = 36) che si formarono,
sativus), che hanno n = 9: gli ibridi sono sterili,  ma  alcuni, tetraploidi, sono fecondi (Raphanobrassica).
batterî e le amebe, per scissione,  ma  che presentano in diversi punti del proprio corpo strutture
fornisce non soltanto una brillante conferma della teoria,  ma  anche un mezzo indispensabile per riconoscere rapidamente
non è seguita da eliminazione della cromatina paterna,  ma  l’incompatibilità della combinazione dei due gameti si
in cui non v’è stata espulsione di un elettrone,  ma  un elettrone è stato condotto a rotare, nello stesso atomo,
sono quelli descritti da E. Pflüger e da E. Hertwig,  ma  elaborati specialmente in questi ultimi anni da E. Witschi,
a riconoscere la derivazione dei gruppi di ambito minore,  ma  anche, e soprattutto, alla ricerca dell’origine e dei
sulla base dei dati frammentari della paleontologia.  Ma  il titolo dell’opera di Darwin, l’origine della specie,
lume di queste teorie che non in base a quella cromosomica.  Ma  tutte, o lasciano insoluto il problema vero dell’origine di
(e perciò possono ben dirsi teorie della sessualità  ma  non della determinazione del sesso), o devono ricorrere ai
e quelle fisiologiche, appare non solo possibile,  ma  augurabile per far sì che i geni dei genetisti perdano un
creazione logica della mente umana,  ma  il risultato di un vero e proprio albero genealogico, che
là dove non è necessario l’intervento dei due sessi,  ma  l’uovo è capace di svilupparsi da sé, senza fecondazione.
che si manifesteranno nell’insetto perfetto che ne nascerà,  ma  anche di quelle della sua larva e della sua ninfa, che sono
non solo quei caratteri che si manifesteranno nell’adulto,  ma  anche quelli che appariranno nel bambino, che dall’adulto è
e continui. Il problema è — ripetiamolo — non risolto,  ma  spostato, e ciò indica come i due fenomeni della eredità e
che non dovranno estrinsecarsi nell’individuo nascituro,  ma  che rimarranno in lui latenti, per trasmettersi alle
da un punto di vista esclusivamente teorico, speculativo,  ma  tosto si cercò di portare la questione sul terreno più
di generazioni, in assenza dello stimolo che l’ha prodotta,  ma  che poi scompare.

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