, oppure provverrebbero da una integrazione ottica di dettagli troppo piccoli per essere visti l’uno dall’altro distinti.
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(1) Le figure 41, 42 sono tratte dal Manuale di Ottica del professor E. Gelcich.
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celeste si ricorra ad una disposizione ottica tale, che porti sulla lastra fotografica un'immagine dell'astro di sufficienti dimensioni.
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perfezionamento dell'Ottica. Tale è la varietà e la complicazione dei fenomeni, che soltanto uno studio completo e paziente potrà rischiarare le leggi secondo
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volle assicurata presso i posteri la sua memoria. L'obbiettivo di questo colosso dell'ottica moderna ha 91 1/2 centimetri di diametro, e da sé solo è
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riguardo alla precisione dell'immagine ottica: per esempio nello studio del calore lunare e nella chimica celeste. Ma quanto a visione distinta, gli
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che i piccoli strumenti; onde i disegni poco combinano fra di loro. Però con tutto il rispetto dovuto a questi giganti dell’ottica, osiamo dire fondati
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doppia fisica avendo una parallasse, avrebbe dato un risultato importante, ma ririlevandosi dai recenti studii che essa sembra soltanto doppia ottica
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sono fisiche, 271 ottiche: ossia l ottica per 6 fisiche. E questo a tempo suo, ma dalle recenti misure questo numero delle fisiche è assai cresciuto
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Fig. 12 La costruzione di questo pezzo di ottica assai raro è interessante, e ne diamo il disegno nella fig. 12. La base circolare è una specie di
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distinte, oppur sono l’apparenza ottica prodotta da un solo conoide o cilindro vuoto internamente? Non saprei decidere. In questi giorni la barba III rimase
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ottica con un prisma che aveva acquistato durante una fiera vicino a Cambridge.
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e le girarono intorno parecchi astronomi e filosofi. Ma, insieme con le scoperte sull’ottica, divenne motivo di aspra contesa in particolare con
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L’ottica fu per Newton uno degli interessi più costanti. Eseguì i primi esperimenti nel 1664 e pubblicò i risultati quarant’anni dopo. Per indagare
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eccezionalmente sfiorava i mille: sapeva benissimo che oltre un certo limite la turbolenza dell’atmosfera e le limitazioni dell’ottica impediscono di
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luce sostenuta da Newton. A Pavia tenne la cattedra universitaria di matematica. A Parigi diresse l’Ottica Navale della Marina Francese. Infine tornò in
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disponibile un telescopio abbastanza potente e di alta qualità ottica. Era il prototipo delle “nane bianche”, il destino finale delle stelle simili al
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, dapprima senza troppa convinzione, quelle osservazioni che gli avrebbero dato fama e popolarità. La perfezione ottica del telescopio gli consentì
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costruito vicino a Teramo un osservatorio dotato di un rifrattore Cooke da 40 centrimetri, sostenne nel Saggio di una interpretazione ottica delle
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arriva la fotografia, l’altro grande sussidio dell’astronomia ottica. Grazie a obiettivi ben più grandi della pupilla umana, a partire dai primi
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informazioni sull’atmosfera del pianeta e chiarire l’illusione ottica della “goccia nera” che sembrava congiungere il disco del pianeta al bordo del Sole
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statunitense George Willis Ritchey (1864-1945), pur provenendo dalla costruzione di mobili, dedicò la sua vita all’ottica, contribuendo alla realizzazione dei
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Così, dopo millenni di astronomia ottica, prima a occhio nudo e poi aiutata dal telescopio, nell’arco di un secolo nacque l’astronomia dell
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“Compagnia”, azienda che portò all’eccellenza tecnologica dando origine alla grande tradizione dell’ottica tedesca. Chissà dove sarebbe arrivato se nel
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Un fenomeno analogo avviene nell’ottica. Fu ancora Doppler a suggerirlo, ma ingenuamente lui pensava che l’effetto fosse così vistoso da modificare
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passò alla fisica, e in particolare all’ottica, campo nel quale fece i suoi primi lavori scientifici. Dopo qualche supplenza al liceo “Charlemagne
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sensibilità dell’astronomia ottica nei 400 anni trascorsi dal telescopio di Galileo a oggi.
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coltivò soprattutto l’astrologia, scrivendo il Tetrabiblos, poi l’astronomia, la geografia e l’ottica.
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costruire e vendeva in quantità, o regalava ai suoi potenti protettori. Più signorile è Keplero, che dopo aver elaborato la sua teoria ottica inventa un
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ottico che permette di ottenere immagini virtuali raddrizzate. Ingrandiva nove volte. Quanto un comune binocolo di oggi ma con una qualità ottica di
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dell’Osservatorio di Arcetri, e più recentemente (1992) Vincenzo Greco, Giuseppe Molesini e Franco Quercioli dell’Istituto Nazionale di Ottica di
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quello presentato da una famosa illusione ottica: due quadrati con lo stesso tono di grigio sembrano molto diversi se li guardiamo sullo sfondo di un
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rivelò al mondo la nuova visione dell’universo resa possibile da un magico gioco di ottica. Storia avventurosa, che proviamo a riassumere. Richard Lan
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