Si vince questo ostacolo per mezzo di un meccanismo quasi di orologeria, il quale dà alla lente, che raccoglie i raggi luminosi partiti dall'astro
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261. Non basta quindi all'astronomo fotografare la piccola immagine che si forma al fuoco di una lente ordinaria, ridurre in seguito a dimensioni
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Quello che là si disse per un prisma, vale per ogni mezzo rifrangente, e per ogni lente; anche nell'attraversare una lente di vetro la luce si
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262. Per ottenere grandi immagini non vi sono che due mezzi: impiegare una lente di breve distanza focale, ed ampliare immagine necessariamente
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destinato ad ampliare l’immagine dalla data lente obbiettiva, nel secondo caso costrurre la lente obbiettiva stessa in modo che sia chimicamente
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, fu necessaria la scoperta dell'acromatismo delle lenti. Senza di essa sarebbe. stato impossibile ottenere, per mezzo di una lente rifrangente
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osservatorii astronomici una delle occupazioni normali; ai fotoeliografi fu con successo sostituita più tardi una lente di lunga distanza focale, e, ad
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del Sole nella direzione voluta dalla posizione fissa della lente stessa.
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Nel 1857 l'astronomo americano Bond riusci giovandosi dell'appena descritto importante trovato fotografico e di una ordinaria lente obbiettiva di
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Tali sono press'a poco i limiti a cui può arrivare la visione dei particolari di Marte esaminato con una lente obbiettiva di 20 centimetri in quelle
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dimensioni affatto comuni, munito di una lente obbiettiva di 20 centimetri di diametro, una macchia luminosa su fondo oscuro (od oscura su fondo luminoso
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chilometri. del medesimo non permettono di usare con molto frutto amplificazioni inferiori a 200 e 300, né telescopi di lente obbiettiva inferiore in
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. Cerulli eresse l’anno scorso a proprie spese nel suo osservatorio privato di Colle Urania presso Teramo (Abbruzzi); il diametro della lente obbiettiva è
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di quell'uomo non facilmente dimenticabile, che fu Quintino Sella, ai cui uffici la Specola di Milano deve questo suo principale ornamento. La lente
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, aspetteremo a parlarne quando sarà fatto. Non ha da essere un telescopio a vetri, come i precedenti, ma un telescopio riflettore nel quale la lente
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distanza dall’oculare una lente concava ed eccentrica all’asse dello strumento dotata di rapida rotazione mediante un meccanismo conveniente; così egli ha
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’imagine telescopica. L’imagine spettrale della stella è necessariamente nei nostri apparati sformata dalla lente cilindrica, e perciò essa è fuori di uno
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lente. Altri strumenti sono stati inventati da Steinheil, da Wilde, ed altri, ma in tutti questi vi sono molti prismi, specchi e altre parti ottiche le
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allargarli senza fare uso di fessure, ebbe ricorso ad una lente cilindrica, mediante la quale negli spettri così dilatati poteva riconoscere le
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La figura qui annessa rappresenta la parte essenziale dello strumento. q m fig.6 è il prolungamento del tubo della Fig. 6 gran lente, p e il prisma
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Quegli che fece risorgere la spettroscopia stellare fu l’astronomo G. B.Donati di Firenze circa l’anno 1860. Possedendosi al Museo una grande lente
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lente oculare e anche talor senza lente cilindrica. Però se così cresceva alla luce, e meglio si distinguevano le righe; molto diminuiva la precisione
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spettroscopio a visione diretta: vedremo a suo luogo un miglior metodo di illuminazione. Per le stelle si mette avanti alla fessura una lente cilindrica
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introdotto l’uso della lente cilindrica ritenuta da tutti in appresso. Questa lente dilata in un senso l’imagine focale del cannocchiale grande, e crea
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mediocre angolo refringente. Se l’angolo refringente fosse forte assai, lo spettro sarebbe dilatato anche senza la lente cilindrica, ma i prismi
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quale è una lente cilindrica C coll’asse perpendicolare al piano di dispersione Fig. 15 del prisma. La lente può stare vicinissima al prisma, purchè
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evitare questa anche col prisma a visione diretta è mestieri che la lente cilindrica resti discosta dall’oculare, onde la linea focale non si formi nella
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’altra. Con una lente concava si corresse la differenza di focalità nei raggi prodotta dal prisma e l’imagine diretta della stella si trovò nitida quanto
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lente convessa proposto da Keplero, schema ottico che soppianterà quello galileiano mezzo secolo dopo, quando Christiaan Huygens inventò un oculare
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Antonio Canal, detto il Canaletto, diventerà un maestro di questa tecnica. Fu Leonardo a suggerire di usare una lente collocata nel foro stenopeico, idea
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osservare lenti gravitazionali. Poi nel 1979 con i “quasar gemelli” si scoprì la prima “lente” dovuta alla curvatura dello spazio: oggi se ne registrano
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maggiore doveva succedere con galassie o ammassi di galassie. Nel 1924 il fisico russo Orest Khvolson lanciò l’idea dell’”effetto lente gravitazionale
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nuovo tipo di telescopio, più potente grazie a una lente convessa usata come oculare, senza menarne vanto o farne commercio. Tra le altre sue
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L’astronomia telescopica iniziò poco più di quattro secoli fa con un cannocchiale che aveva come obiettivo una lente rudimentale dal diametro utile
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tali da compensare i loro difetti di cromatismo. In pratica, si abbinò una lente convergente di vetro leggero chiamato crown con una lente divergente
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accuratamente la loro superficie curva. Neppure così, tuttavia, si poteva eliminare il cromatismo: attraversando la lente, la luce si rifrange, cioè
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Il cannocchiale era un tubo lungo una settantina di centimetri con una lente convergente per obiettivo e una lente divergente come oculare, schema
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. Sembra che i cannocchiali olandesi, diversamente da quelli di Galileo, usassero per oculare una lente biconvessa, come quelli che costruirà poi Keplero
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lente oculare. Il margine di guadagno – oggi si direbbe il ricarico – era largo: Galileo vendeva i suoi cannocchiali a più del triplo del costo di
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Il museo fiorentino conserva anche una lente obiettiva rotta in più pezzi, attualmente incastonata in una specie di ostensorio di legno, metallo e
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primo è un tubo di legno ricoperto di carta, l’obiettivo è una lente biconvessa (convergente) dall’apertura utile di 26 millimetri e con una distanza
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’attribuzione della lente rotta è documentata, ed è provato che l’oculare del telescopio più corto non è originale. Della lente rotta un cartellino della
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secondo cannocchiale ha l’obiettivo di 37 millimetri diaframmato a 16 e l’oculare di 22 millimetri, pure diaframmato a 16. La lente singola misura 58
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1670. Nel giugno 1923 Abetti e Ronchi misero alla prova la lente rotta montandola in un tubo insieme con l’oculare del primo cannocchiale. Si
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della macchina fotografica, ma mentre la lente è rigida, e per mettere a fuoco oggetti vicini e lontani bisogna spostarla, il cristallino è una lente
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cattive che si ritrovava tutti gli oggetti celesti gli apparivano ovali. Poco dopo, nel 1611, Keplero sostituirà la lente negativa dell’oculare con
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