spettri luminosi identici, per quel che riguarda idrogeno e il carbonio, agli spettri delle nebulose.
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Questo spettro adunque è in base certamente quello carbonio. Già la posizione delle righe presa al micrometro ce lo avea indicato, e la
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Fig. 27. Spettro del carbonio nell’arco elettrico.
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spettro di questo arco. Ma questo spettro prende un aspetto differente nei varii casi pratici secondo le combinazioni adoperate del carbonio. Nei tubi
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componente che si associa al carbonio ne’ gas che sono composti. Se però nell’arco elettrico lo spettroscopio si dirigga non sulla parte centrale gassosa
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Lo spettro del quarto tipo sembra dunque del carbonio in qualcheduna delle sue molteplici forme. Non è da dissimulare che non sempre si è trovata
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colla nera della 152 che sta nel verde. Ora in Arturo b è del magnesio, ma che pochissimo distando dal carbonio, la coincidenza non prova che anche
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c oltre il giallo (forse dell’aria, o la diretta del carbonio puro). Inoltre ha un tratto di rosso vivo che però non sostiene misura e ci richiama la
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° e principalmente di 4° tipo oltre le righe metalliche hanno anche quelle di altri gas e molto probabilmente del carbonio in istato di ossido o di
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rappresentate nella figura colle curve) il sodio D Forse era l’Elio o altra vicina. , altre del carbonio b o del Magnesio, e una viva nel bleu, forse la F
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carbonio).
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sussistano anche quando manca lo spettro continuo del nucleo. Queste zone hanno grande analogia con quelle dello spettro del carbonio e suoi composti. L
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combinati col proteiforme Carbonio, elemento pure rinvenuto in alcune stelle. La loro luce non è solo la riflessa dal Sole, ma anche la diretta e loro propria
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deboli e talora mancanti, ed è invece fortissimo il Sodio, il Ferro e il Magnesio, o piuttosto in luogo di questo qualche zona forte del carbonio vicina
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microonde nel 1985 ha permesso ad Harold Kroto di scoprire nell’atmosfera di una stella il fullerene, molecola formata da 60 atomi di carbonio disposti in
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chimici di cui noi stessi siamo fatti: carbonio, ossigeno, ferro e gli altri che alla nascita dell’universo non esistevano. Invece ha rischiato di passare
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“cucinare” svariati elementi. Il cuoco cosmico incomincia con il produrre elio unendo quattro nuclei di idrogeno. Il carbonio deriva dalla fusione di tre
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Dunque, pensò Hoyle, due nuclei di elio potevano incontrarsi e formare un nucleo di berillio, dopo di che, per avere il carbonio sarebbe stato
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Il nucleo del carbonio è formato da sei protoni e sei neutroni. Quello di elio da due protoni e due neutroni. Se tre nuclei di elio si incontrano
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compiere questo suo lavoro. Facendo i calcoli sulla sintesi del carbonio, Hoyle si accorse che era difficile ottenere nelle fornaci stellari questo
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carbonio possa accogliere a sua volta un nucleo di elio, formando appunto l’ossigeno, altro elemento fondamentale per la vita. Basterebbe una differenza del
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rivelatore di neutrini era costituito da una enorme vasca di tetracloruro di carbonio (un banale detersivo) posta a 1400 metri di profondità in una
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