del pianeta più vicino al Sole, pianeta che si chiama Mercurio; il secondo circolo, che è concentrico al primo ed inoltre lo abbraccia, è quello
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stesse, lo spazio occupato da tutto il Sistema planetario quale è oggi conosciuto. Le distanze in questo Sistema, appena occorre il dirlo, sono
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e la Terra, non sarà visibile, perchè involto nello splendore prevalente del Sole. Lo stesso si deve dire quando pianeta è in B, cioè quando il Sole
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suo arco di meridiano ad esempio, il solo diametro terrestre rimane nella proporzione sopra riferita incognito, e con calcolo semplicissimo lo si può
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Per lo splendor suo che, in causa delle diversissime distanze che esso prende in tempi diversi dalla Terra, oscilla fra la sesta e la duedecima
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opposta, all'infuori della superficie della Terra. Tutti ci appoggiamo coi piedi ad essa superficie, tutti portiamo alta la testa, ed abbiamo lo spazio
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teoriche fatte, numero che meglio esprime lo schiacciamento di Urano sarebbe 1: 17; il valore più probabile della durata della rotazione sua sarebbe
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dal Sole, nel nostro Sistema, lo attraversano, passano vicino al centro del medesimo, poi tornano verso altre regioni del cielo per non far forse mai
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sodio, il ferro, il manganese, il nichelio, il bario, lo stronzio, i quali tutti s'incontrano, in più o meno grande quantità, nei materiali di cui è
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Questa stella è per lo più della seconda grandezza, ma ad intervalli di 2 giorni, 20 ore, 49 minuti, diminuisce fino a diventare della quarta
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’apparecchio destinato a produrre lo spettro stellare sul tragitto del raggio luminoso poco prima del fuoco principale dell'obbiettivo.
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di tutti gli astri, così come il moto sensibile dell'intera volta celeste sono, lo dimostrammo or ora, fatti apparenti determinati in realtà dalla
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una stella e il suo risorgere è pur esso sempre lo stesso; ne segue ancora che come misura della durata della rotazione terrestre possiamo prendere
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Sole passa dalla parte opposta per lo stesso meridiano per il quale è passato nella culminazione di mezzodì. Questa ultima culminazione si usa chiamare
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un insieme di macchie più complicate. Nascono allora macchie oscure per lo più irregolari del diametro di più centinaja di chilometri, e si vedono
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riconoscere a qualunque momento i contorni dei mari e dei continenti, e per lo più anche le configurazioni minori. Non già che manchino vapori di un
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ancora quasi lo stesso diametro di 600 chilometri, che era stato misurato il 13 di agosto.
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e dopo attraversa un prisma il cui spigolo refringente è parallelo alla fessura stessa è rivolto in alto, si avrà su di un cartone lo spettro col
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2.° Per un’altra stella (sempre supponendo questa priva di moto particolare) accadrà lo stesso, e siccome i due piani s’intersecano nella stessa
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1.° Primieramente il moto apparente si farà sempre in un piano che passerà per la stella, e per la linea percorsa dal Sole ossia (il chè è lo stesso
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queste misure differiscono i varii osservatori tra loro sistematicamente; ma lo stesso osservatore in diversi tempi e posizioni dell’astro differisce da
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Dovendo gli astronomi determinare sovente la posizione degli astri fuori del meridiano, lo strumento sopra descritto non potrebbe servire. Allora si
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sistemi a sè; ma malgrado lo stato aereo e gassoso e perciò mobilissimo, tutte sono notabili per le loro forme sensibilmente costanti e perciò di moti
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: Bessel dalle osservazioni del medesimo astronomo lo aumentò fino a 3222 stelle.
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Gli spettroscopii a visione diretta sono più comodi, ma allungando molto lo strumento, in certi casi, per la strettezza delle cupole mobili possono
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Questa classe è numerosissima e abbraccia più della metà delle stelle visibili. Per fissare lo stato loro presente e così assicurarci sei mai col
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grado e mezzo, era diffusa e larga 7' o 8'. Il 30 presentava nel cannocchiale lo stesso aspetto; ma considerata col binocolo da teatro si poteva
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azione delle cause, che hanno operato sul nucleo per la produzione delle medesime. Esaminando in modo comparativo lo stato delle code e lo stato
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risultò da 3 misure di 304°, 6. Ad occhio nudo lo splendore totale della cometa fu giudicato equivalere ad una stella di grandezza 5, 5.
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Lo splendore della testa ad occhio nudo eguaglia appunto la quinta grandezza. Nel Plössl la coda è bellissima, tuttavia col cannocchiale da teatro
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pensava gli spettasse, coprì di lapidi commemorative la facciata del suo palazzo in via Sant’Antonino, tanto che i fiorentini lo definiscono ancora
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posata su cinque libri. Ai lati compaiono le statue dell’Astronomia e della Geometria. Doveva esserci anche la Filosofia ma il Sant’Uffizio lo proibì.
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importante, e lo mise Henry Cavendish (1731-1810) misurando in laboratorio l’intensità della forza gravitazionale.
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Telescopio e microscopio per Kircher sono oggetti d’intrattenimento che servono a trastullarsi con quei giochi di luce che tanto lo appassionano e
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Da poco era nata una “polizia del cielo” per iniziativa del barone ungherese Franz Xavier von Zach con lo scopo di rintracciare il pianeta che
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’astronomia diede tre contributi di rilievo derivandoli dalla legge di Newton: la spiegazione del fatto che la Luna rivolge alla Terra sempre lo stesso
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astronomia, ricoperta da Félix Savary, e lo ottenne al prezzo di cambiare radicalmente il suo orientamento di ricercatore. Nel 1840 Savary si ammalò e Le
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Tra i pianeti fu soprattutto Marte a tentare i “guardoni”. Dopo Fontana, Cassini e Huygens lo scrutarono Maraldi, Hershel, ancora i banchieri Beer e
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Sempre per motivi scientifici, al revolver segue il “fucile fotografico”. È quello del fisiologo francese Etienne-Jules Marey, che lo usa per
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Forse non era fatto per i problemi teorici, lo attraevano di più le questioni pratiche, i lavori manuali. Certo la sua vita fu breve e sfortunata
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Uno specchio inclinato inviava la luce del Sole sotto le lastre fotografiche. Lo strumento per identificare le stelle variabili in gergo era chiamato
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di grandi triangoli geodesici, o meglio “atmosferici”, per verificare se lo spazio fosse davvero piatto, cioè euclideo (in uno spazio piatto la somma
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stelle nascevano, vivevano e morivano cambiando continuamente lo scenario cosmico.
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la cecità che lo aveva colpito, si sia lasciato morire di fame. Aveva in ogni caso la rispettabile età di 82 anni.
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Per dieci anni Hubble fotografò nebulose galattiche ed extragalattiche e ne studiò lo spettro. Periodicamente fotografava la nebulosa (galassia) di
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Ma la tentazione di interpretare la fuga delle galassie come manifestazione di un remoto evento esplosivo che avrebbe creato lo spazio-tempo era
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nei programmi di studio. Lo affascinava una domanda. Come muoiono le stelle?
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destinatario di questa volgare espressione risultava “bastardo” da qualsiasi parte lo si guardasse.
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La prova mancante, che sarebbe stata davvero conclusiva, era quella del moto della Terra intorno al Sole, e Galileo lo sapeva benissimo. Di solito
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Come mai lo scienziato pisano non cavalcò un argomento così forte per la cosmologia copernicana? Fu semplice prudenza? La spiegazione più convincente
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