periodo di rotazione del pianeta uguale a 10h 14m 23s 8: un'altra macchia osservata nel 1903 diede per esso periodo valore 10h 39m. 21s, 1.La macchia
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, uno nel 1899, l'ultimo nel 1906. Ordinati secondo le loro distanze crescenti dal pianeta, prendono in astronomia, i nomi seguenti:1. Mimas 6. Titano.2
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, misurate da 1, 2, 3, 4 minuti primi d'arco ed eccezionalmente da 6 a 7 minuti primi. Nelle protuberanze si osservano movimenti di straordinaria velocità
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, luminosa di una stella dell'ordine n a quella di una stella dell'ordine n + 1 è espresso dal numero 2,5119; con altre parole questo numero rappresenta
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Or dunque, quando la Terra (fig. 7). in T1 l’osservatore situato nel mezzo del semicircoletto oscuro vede a mezzanotte (1'ora da noi più sopra scelta
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essa congiunga un diametro reale uguale a 1/50 del diametro del pianeta, cioè a 153 chilometri. Epperciò, usando sufficiente diligenza, si potranno
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volle assicurata presso i posteri la sua memoria. L'obbiettivo di questo colosso dell'ottica moderna ha 91 1/2 centimetri di diametro, e da sé solo è
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non coincide al piano di detto orbe, ma è inclinato rispetto ad esso piano dell'angolo di 23 1/2 gradi, detto l'obliquità dello zodiaco o dell'eclittica
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, 39', 1"; D = + 46° 9') che perciò fu anche detta la superba. Ecco come questa stella fu da noi descritta appena trovata: «Magnifico oggetto di quarto
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1°. La D del sodio non combina punto colla prima linea scura della 152 Sch. ma però combina con una zona più debole, ma la b di Arturo combina bene
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In conclusione: 1° Il fenomeno della scintillazione è atmosferico. 2° Esso consiste in un cambiamento successivo di intensità e di colore nella
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La contemplazione di questi oggetti suggerisce molte riflessioni. 1.° Il costante accompagno di stelle disposte a raggi porta alla induzione che
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indicati prima, e poscia confermati da più grandi istrumenti. La fig. 1 Tavola VI rappresenta la magnifica planetaria del Sagittario posta a 19h 36m 3s
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. Ha una stelletta doppia vicina in direzione 66°, 1 e non avrebbe cambiato da H. I. in poi. Colla luce nel campo la nebulosa riesce sfrangiata
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lucida è vivissima, ma non si confonde con essa. La fina (b) sta ad 1/5 dell’intervallo (ac) sulla Nebulosa. Ilsig. Huggins vi fece uno studio molto
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scintillazione, anche nelle planetarie (v. figure precedenti 1, 2, 4, 5, 6, Tavola VI), e a Washington si è pure verificata in altre nebulose.
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Una delle più importanti nel nostro emisfero è quella della Volpetta (fig. 1 Tavola VII) detta dagl’inglesi Dumb-bell; questa sembra al primo aspetto
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) e forse vi è cambiamento. Noi vi trovammo una massa irregolare nebulosa da cui partivano tre raggi di stelle in direzione 166°, 5; 146°, 1; 187°, 5 i
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arco. Quindi è che gli astronomi danno l’ascensione retta anche in ore, minuti e secondi di tempo colla proporzione di 1 a 15.
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studiare più addentro e per altra via il problema e cercare 1.° quale altro criterio si possa avere per conoscere la distanza relativa delle stelle: 2
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r dal sole, mettendo per le varie stelle un coefficiente λ = 1/r ha calcolato i varii moti particolari che sono inseriti nella tavola data di sopra
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miglia 56 2/3 Queste miglia sono miglia arabiche, delle quali la vera lunghezza non è conosciuta. Se lo stadio di Tolommeo era 1/8 di miglio romano il
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, cioè il 1° in a e il 2° in b, mentre un osservatore nel centro C la riferirebbe in c. Questo è il solo che vede la Luna nel suo luogo vero, gli altri
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Da queste osservazioni la parallasse di Marte risultò circa 25" donde tenuto conto di tutte le correzioni, concluse la parallasse del Sole di 9" 1/2
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la cosa è doppiamente improbabile; 1° perchè la velocità loro può essere infinitamente diversa; 2.° perchè la direzione del moto può mascherarne la
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trapezio come nella figura (v. fig.1); a uno degli angoli sono attaccate altre tre ε, ζ, η disposte in linea spezzata. Se vogliamo che le prime
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grandezza delle visibili nel nostro cielo è costituita da sedici o diciassette stelle più vivaci: 1. Sirio nel Cane Maggiore, 2. Vega nella Lira, 3
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esprime la grandezza della stella, la sua intensità di luce rapporto ad una di prima grandezza sarà espresso per 0,424n-1. Confrontando poi le sue
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In alcune stelle il colore ha notabilmente variato dalle epoche più remote, e Sirio è certamente una di queste. Seneca ( Nat. Quaestion. lib. 1 1c. n
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riflessa dalla faccia del prisma per fissare le posizioni relative delle righe. Vedi Bullettino Meteorologico del Coll. Romano vol. II, n. 1 e n. 14
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marcate come nelle precedenti, e lo spettro è perfettamente eguale a quello del Sole (v. fig.1, Tav III cromolit.); la Capra, Polluce, α Balena, α Orsa
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iniziale della coda prima della divisione tende a 1/3 dalla stella η dell’Orsa minore e a 2/3 della stella 67 Bode di 6.a grandezza. A 11h 35m non si
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media di 65° 1/3. La differenza di 15° non sembra trascurabile, sebbene deviazioni di questo genere non siano cosa rara quando si considera la direzione
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verificazione colle osservazioni, e che sembra in qualche modo indicata dai disegni che della Cometa di Donati fece Pape nei giorni 1, 5, 9 e 12 ottobre
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1.° Il fatto medesimo della formazione delle code, che senza di una forza diversa dalla gravitazione non potrebbero neppure incominciare il loro
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è solo effetto di una integrazione fatta dal cervello: a 1° dal centro del campo visivo la nitidezza è già dimezzata, a 5° si riduce a un quarto
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In una pubblicazione del 1655 intitolata Controversia prima astronomica Cassini indicò tre metodi per risolvere sperimentalmente la questione: 1
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ambita: le nuove comete. Iniziò il 12 settembre 1758 con la Nebulosa del Granchio (M 1), nella costellazione del Toro, mentre inseguiva una cometa apparsa
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Biot raggiunse la cittadina armato di una bussola, una carta della regione in scala 1/86.000 e un campione della meteorite di Barbotan caduta nel
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. Nella seconda metà del Seicento misurare bene la Terra era più urgente che misurare l’universo per due buoni motivi: 1) serviva alla navigazione, ai
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ritenevano, ma erano legate dalla gravità, con due conseguenze importanti per l’astronomia: 1) l’universalità della legge di Newton trovava una conferma
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sconosciuto e ne aveva parlato con John Hershel, figlio di William: in fondo Urano era roba di famiglia. Il 1° settembre 1845, Eugène Bouvard, nipote
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satelliti Lageos 1 e Lageos 2 nel 2004 Ciufolini ed Errico Pavlis (Università del Maryland) avevano già ottenuto una buona conferma della previsione di
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Sole di 12 centimetri di diametro ripresa il 2 aprile 1845 da Foucault e Fizeau con una esposizione di 1/60 di secondo: mostra alcune macchie solari e
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cittadino americano il 1° ottobre 1940.
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da 1 centesimo di euro si dilatasse fino a diventare 10 milioni di volte più grande della Via Lattea. Fu questo fenomeno a creare le connessioni tra un
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, il 1° ottobre 1938, a mezzanotte, captò qualcosa. Scoprì così le radiosorgenti del Sagittario, poi dello Scorpione, del Cigno e di Cassiopea. La
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. Vennero poi il satellite europeo TD-1°, che catalogò 30 mila stelle, e l’osservatorio orbitale americano “Copernicus” (OAO-3), lanciato nel 1972. Un balzo
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stesura è databile intorno al 1510. Di sicuro c’è che il 1° maggio del 1514 un professore dell’Università di Cracovia registrò questo opuscolo stilando
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spiegazione. Per venirne a capo Galileo il 1° aprile 1611 incominciò a compilare una tavola sistematica del moto dei satelliti servendosi di strumenti
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