quella distanza, il globo di Marte, di cui il diametro arriva a circa 7600 chilometri, sottendeva nell'occhio dell'osservatore terrestre un angolo di 25
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vede nel suo dischetto. Appena cominciato il suo lavoro, l'osservatore si avvede ben presto che le macchie, le linee e tutto il resto vanno cambiando
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portata dell'osservatore, servono alle diverse specie di operazioni, che con questo strumento si devono compiere.
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benissimo rendersi visibili a tanta distanza. A quel modo che un osservatore posto nella Luna potrebbe avvedersi delle epoche, in cui sulle nostre vaste
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loro volta diventeranno visibili all'osservatore terrestre. A quest'ultimo la geminazione sembrerà or composta di due linee più larghe, l'una
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prodotto nell’atto istesso del rifrangersi. Questo spettro mobile passando avanti all’occhio dell’osservatore gli porta la sensazione di un colore o di un
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, quindi essendo l’atmosfera più calda a ponente dell’osservatore ove sia il Sole, che a levante, il corso dell’aria deve avere un andamento opposto ai
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certa legge di moto comune, cosa assai difficile ad ammettersi. Ma possono anche essere apparenti e dovuti al moto dell’osservatore nello spazio, cioè
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durante il tempo di una vibrazione della molecola.» Ma se la molecola vibrante sarà in movimento verso l’osservatore (sempre secondo Doppler) le onde si
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sistema, sia al moto particolare delle stelle. A sostenere l’osservatore in queste ricerche non fu certamente estranea la teoria di Mitchell del mutuo
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Infatti basta riflettere che l’orbita apparente è la base di un cilindro che partendo dall’occhio dell’osservatore è tagliato normalmente dalla sfera
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col Sole si poteva determinare dall’osservatore in Terra il loro periodo, come se questi fosse sul Sole, in quella guisa che svilupperemo meglio fra
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effetto che nei tempi moderni, perciò negli antichi tempi fu supplita con un’altra combinazione abbastanza esatta. Supponiamo che l’osservatore in A fig. 59
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traccia di un circolo massimo della sfera lunare collocato nel piano Fig. 60 che passa per l’occhio dell’osservatore, la cui proiezione allora è una linea
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saranno differenti ciascuna della corda cc', che vedrebbe un osservatore collocato nel centro: e la differenza di lunghezza delle due corde estreme
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notizia, come desiderava, se ne vendicò con questo brutto tiro contro l’osservatore. Ma ilp. Hell per testimonianza anche di Delambre, certamente persona
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questa notizia, come desiderava, se ne vendicò con questo brutto tiro contro l’osservatore. Ma ilp. Hell per testimonianza anche di Delambre
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fenomeno quale l’avrebbe veduto un osservatore posto sul Sole; perchè l’effetto delle anticipazioni da una parte era distrutto dai ritardi dell’altra. L
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moti proprii eguali e perpendicolari alla visuale dell’osservatore, le più lontane darebbero moti apparenti più piccoli, e le vicine più grandi; ma qui
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propriamente verso l’osservatore; il che ognuno vede quanto sia improbabile. Di più certe masse sono composte di stelle quasi uguali e conglobate con densità
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Nubecole magellaniche, si argomenta per la sua sola forma che non è un cilindro indefinito diretto coll’asse verso l’osservatore (v. sopra); così questi
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, la quale quando è tirata da diverse sostanze, col suo diverso colore dà un campione fisso, senza il quale l’osservatore è obligato a ricorrere solo
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un assistente che punti nel cercatore, mentre l’osservatore punta alle righe spettrali, non si può esser mai sicuri della stabilità relativa dei due
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considerevole, che attesa la difficoltà di riconoscere l’accennato punto luminoso esso avrebbe potuto facilmente sottrarsi alla attenzione di un osservatore
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Galileo era stato un osservatore frettoloso. Agli approfondimenti pensarono scienziati meno geniali ma più pazienti. Nel 1630 il napoletano Francesco
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scale. Un assistente provvedeva a dirigerlo verso gli oggetti celesti con un complicato sistema di carrucole. L’osservatore stava su una specie di
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piano terra, dove stava l’osservatore. Fu sfortunato: dopo quattro misure compiute nel 1669 si ammalò e poi l’obiettivo andò distrutto.
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particolari così fini da essere al di là dei limiti consentiti dai telescopi e dall’occhio dell’osservatore. In effetti Schiaparelli era daltonico e
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Il destino limiterà ad appena venti mesi la collaborazione tra il giovane scienziato e l’osservatore più abile che mai l’astronomia avesse avuto
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dall’occhio dell’osservatore, si vedevano distintamente come fossero vicini; e di questo effetto, davvero mirabile, si raccontavano alcune esperienze
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