Se ci riesce quindi. ciò che non è difficile, a misurare sulla Terra l’ampiezza e la lunghezza di un suo arco anche breve di circolo massimo, di un
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opposta, all'infuori della superficie della Terra. Tutti ci appoggiamo coi piedi ad essa superficie, tutti portiamo alta la testa, ed abbiamo lo spazio
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Se quando accade il passaggio di un satellite noi ci troviamo fuori della linea che va dal Sole a Giove, il corpo del satellite non potendo in tal
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di Giove, e della poca inclinazione di questa sul piano dell'eclittica, ci appaiono quali moti oscillatorii rispetto al pianeta; vediamo cioè i
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; allora i raggi solari ci arrivano molto obliqui, e in certo modo sfiorando il suolo non vi penetrano; il terreno e l’atmosfera non assorbono che
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, e simili? Che cosa significano queste espressioni? Attestano un fatto apparente che l'illusione dei sensi, la quale mai da noi si scompagna, ci fa
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E per cominciare, vi chiederò anzi tutto, o lettore, se avete mai notato due particolarità che la Luna ci offre, delle quali nessun altro corpo
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quando ci presenta intero suo disco rotondo illuminato. Ebbene la Luna è sempre mezza quando culmina nelle ore in cui il Sole tramonta o sorge; è sempre
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questa ovale. Ne consegue che la Luna non se ne sta sempre alla medesima distanza dalla Terra, e che non ci appare sempre della medesima grandezza.
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100. La sua distanza da noi è circa 1/400 di quella del Sole; sicchè mentre il grande astro dal quale ci viene luce, calore e vita, dista da noi in
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101. Nelle eclissi di Sole e nella fase del plenilunio abbiamo potuto accertarci che la Luna è un corpo rotondo; la misura diretta ci apprende che il
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Quando la macchia sta proprio sull’orlo del Sole essa ci si presenta per taglio, e realmente è invisibile, ma dalle leggi della rotazione solare si
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astronomi australi ci invidiano assai la nostra bella Cinosura.
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una rotazione dell’astro che ci presenta diverse faccie, o una periodica emissione di materie assorbenti. Il terzo di incendi assoluti a distanze di
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essere i Soli. Esse ci avvertono che vi possono essere masse gassose vive e isolate da imitare lo splendore discontinuo stellare. Le stelle nebulose
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Questa struttura così moltiplicata ci richiama alla mente la potenza delle forze centrali che tenderebbero a riunire in un sol centro stellare le
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.° vedere quali movimenti sistematici nelle apparenze deve introdurre la considerazione di un moto proprio dell’osservatore. Di questi due punti ci
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Herschel e degli Struve, di Maedler, Smyth, Dawes, South che ci hanno preceduto, dobbiamo molto ai signori Dembowski, Dunèr, Burnham, Powell, Doberck, ecc
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Alcuni pretendono ora che questa luce sia un mero fenomeno terrestre, ma le loro ragioni non ci hanno punto convinto. Il dire che questa luce
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Benchè tutti questi siano per noi risultati incomprensibili, tuttavia queste ricerche ci fanno vedere quanto sia immenso lo spazio celeste, e come
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Era interessante il cercare la relazione di questi circoli con quello del moto proprio del Sole nello spazio; qui ci limitiamo a dire che anche l
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Se le stelle ci appaiono più dense, solo perchè le linee visuali sono più lunghe, come esigeva la prima supposizione di Herschel; la proporzione
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Così pure ci pare giusta l’idea del signor Proctor che considera i fori della Via Lattea presso la Croce Australe e nel Cigno, quali indizi che la
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Ma le stelle che ci sono visibili non fanno tutte parte dell’unico sistema galattico. Molti gruppi ne sembrano indipendenti, come le Nebulose
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6.° Le stelle che apparentemente ci sembrano le più grandi, sono anche le più vicine, e la distanza è la causa principale, benchè non unica, dell
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9.° Le dimensioni assolute che hanno le stelle e le Nebulose e le loro reciproche distanze ci sono affatto sconosciute, mancando esse di parallasse
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Si è detto che il mondo deve essere infinito; ma se esso fosse infinito, e popolato d’infinite stelle, la vôlta celeste ci dovrebbe comparire lucida
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V. Nuovo Cimento del Matteucci, Tom. I.; ma abbandonammo questa maniera perchè lo spettroscopio ci ha insegnato a ben meglio precisare la natura
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laboratorio. Sì grande progresso della scienza è dovuto al piccolo strumento, lo spettroscopio. La luce qual viaggiatrice industriosa è quella che ci reca
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Derivati da cellule muscolari, i bastoncelli sotto l’azione della rodopsina si contraggono al passaggio della luce. Senza questa molecola non ci
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precisione che raggiungeva il mezzo primo di arco. Ci lasciò in eredità sette nuove costellazioni: Canes venatici, Lacerta, Leo Minor, Lynx, Scutum
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, stando a una legge empirica enunciata da Titius e ripresa da Bode, ci si aspettava dovesse esistere tra l’orbita di Marte e quella di Giove. Poteva essere
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I rivoluzionari presero in esame l’idea del pendolo che batte il secondo ma dovettero scartarla quando ci si accorse che la sua lunghezza varia
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: sappiamo che nel 1292, Guglielmo di Saint-Cloud usava studiare il Sole proiettandone l’immagine su uno schermo bianco in una camera oscura, come ci
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che le affidò ci fu la misura della luminosità di una serie di stelle circumpolari che dovevano servire come pietre di paragone nella stima delle
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Nella loro vita più o meno lunga, da pochi milioni di anni a decine di miliardi, tutte le stelle passano per la sequenza principale e ci si fermano
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Ci vollero alcuni mesi per sviluppare, confrontare e studiare le lastre delle due spedizioni e quasi tutte furono scartate per la loro cattiva
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– almeno 14 libri – non ci sia giunto niente se non un commentario ai Fenomeni, poema astronomico in 1154 esametri di Arato di Soli (310-240 a.C
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l’idea stravagante che le epidemie virali ci arrivano dallo spazio, Aids incluso.
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casa. I due parlarono e litigarono tra loro senza ascoltare Chandra e congedandolo poi con sufficienza. Chandra ci rimase così male che, appena gli fu
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persistente di origine sconosciuta”, annotava l’ingegnere. E aggiungeva: “Ci vorrà qualche mese di osservazioni per capirne qualcosa”.
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potere risolutivo, fu portata a parecchie decine di chilometri, ci si servì di microonde. Ma come collegare antenne interferometriche lontane 5 o 10 mila
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secondi. Gli omini verdi incominciavano a diventare troppi. A questo punto ci si ricordò del modello delle stelle di neutroni intuito trent’anni prima da
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Tolomeo poneva il confine dell’universo a 20 mila raggi terrestri, dove immaginava ci fosse la sfera delle stelle fisse. Ventimila raggi terrestri
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la Terra, il Sole ci illumina di neutrini giorno e notte: l’unica differenza è che dal tramonto all’alba la luce di neutrini ci arriva dal sottosuolo
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. Appena puntata la stella, captò un segnale fortissimo. Ci volle un po’ per capire che era un aereo spia U-2 in volo sotto segreto militare.
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mezzo alle ossa di un centinaio di monaci, identificarli sembrava un’impresa disperata. Invece, grazie alle moderne tecnologie investigative, ci è
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>Concettualmente l’aspetto più affascinante del Somnium> è ancora una volta il ribaltamento del punto di vista che ci propone. Alla nota 146 leggiamo
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rivoluzione intellettuale – e ci riesce meravigliosamente. Le incisioni che pochi mesi dopo compariranno nel Sidereus nuncius si ispirano a quei disegni
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ci sarebbe etica. Lo denunciò nel 1604 tale Silvestro Pagnoni, che si era tenuto in casa per 18 mesi come copista di dispense: la classica serpe in
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