fratello William, l’intellettuale di famiglia, nel 1660 gli permise di tornare a scuola affinché potesse prepararsi all’esame di ammissione a
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A raccontarlo fu Newton in persona al suo primo biografo William Stukeley, ma lo fece molto tardivamente, nel 1726, un anno prima della morte, quando
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La geniale sintesi di Newton aveva avuto tanti precursori. William Gilbert (1544-1603), studioso del magnetismo, e poi Keplero avevano immaginato che
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Della sua crescita culturale così Wilhelm (William per gli inglesi) scrive in una lettera: “Dopo aver migliorato a sufficienza il mio inglese, ho
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A Bath Hershel lesse le opere di Newton e presto si fece notare come astronomo dilettante da William Watson, scienziato iscritto alla Royal Society
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1781 e per William era iniziata trionfalmente una nuova carriera, quella di astronomo.
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metallo permetteva di raggiungere dimensioni assai maggiori. Non sempre William si serviva di fonderie esterne: ad un certo punto preferì fare tutto da
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dettatura ciò che William andava osservando. Per sé ebbe un piccolo telescopio con cui scoprì otto comete, tra le quali la famosa cometa periodica di Encke
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qualunque oggetto in meno di mezzo minuto.”. Del 1811 è uno degli ultimi telescopi costruiti da William: installato a Glasgow, aveva una focale di 14
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molto bene dal punto di vista ottico, l’altro era appena discreto. Il gigante da 40 piedi permise a William di scoprire due nuovi satelliti di
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Quando William decise di esplorare la Via Lattea non si conosceva ancora la distanza di nessuna stella. Come già Huygens, Gregory e Newton, Hershel
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I contributi di William Hershel all’astronomia non si limitarono alle lunghe notti passate alla diaccio. Sia pure in modo diverso, e benché
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Nel marzo 1792 la moglie Mary, già quarantaduenne, diede alla luce il piccolo John Frederick (William di anni ne aveva 53). Nonostante la salute
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sconosciuto e ne aveva parlato con John Hershel, figlio di William: in fondo Urano era roba di famiglia. Il 1° settembre 1845, Eugène Bouvard, nipote
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Vaticana e, naturalmente, Le Verrier a Parigi. Un astronomo dilettante inglese, William Lassell (1799-1880) dotato di un rispettabile telescopio da 60
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fisici William Crookes e Pierre e Marie Curie, lo scrittore Arthur Conan Doyle (padre letterario dell’investigatore Sherlock Holmes) e il filosofo Henri
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parola “fotografia” e una immagine del grande telescopio di suo padre William che ottenne nel 1839 su carta sensibilizzata con carbonato d’argento e
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degli astri. John William Draper, padre di Henry Draper, autore di un famoso catalogo astronomico, ottenne la prima foto della Luna degna di questo nome
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Nell’anno 1800 William Hershel ripeté l’esperimento di Newton: con un prisma suddivise la luce bianca del Sole nello spettro dei suoi colori. Ma fece
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Qui entra in scena William Hyde Wollaston. Nato nel 1766 in una cittadina della contea inglese di Norfolk, figlio di un pastore anglicano dilettante
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In breve l’astrofisica praticata con l’analisi spettrale diventò una moda. Se ne impadronirono William Huggins e Norman Lockyer in Inghilterra, il
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inganno. Diciassette anni dopo, nel 1895, William Ramsey individuò l’elio sulla Terra: le parti si invertivano, la chimica diventava debitrice dell
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rispondere a questa domanda senza arrivare a un responso sicuro. William Parsons conte di Rosse (1800-1867) raccolse la sfida. Ricco di famiglia, fece
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’Osservatorio di Monte Wilson e alla collaborazione con il fisico William Fowler e gli astronomi Margareth e Geoffrey Burbidge. La pubblicazione
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William Fowler e i coniugi Burbidge (felicemente sposi dal 1948) si misero al lavoro per scoprire l’origine degli elementi ancora più pesanti. I tre
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Ralph Fowler (da non confondere con William) che tentava di descrivere il collasso stellare. I calcoli però non tornavano. Anche Eddington, il più grande
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gli annunciano che ha ottenuto il premio Nobel (beffa della sorte, come già sappiamo, a metà con un altro Fowler, quello di nome William, che aveva
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articolo pubblicato su The Astrophysical Journal con la prima firma di William Boruccki dell’Ames Research Center della Nasa. L’autore esamina 54
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92 anni William E. Gordon, il “padre” del radiotelescopio di Arecibo. Era professore di ingegneria elettrotecnica alla Cornell University quando
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Qui si tocca con mano l’influsso del libro che William Gilbert, medico dei reali d’Inghilterra, aveva pubblicato nel 1600, tre anni prima di morire
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con precisione e di compiere rigorose misure angolari. L’idea venne a William Gascoigne nel 1640 quando si accorse che un ragno aveva teso una tela sul
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telefona a un’amica newyorkese, che a sua volta è amica di William R. Shea, classe 1937, nato in Canada, già professore all’Università di Ottawa e
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dal bordo del pianeta e il suo variare nel tempo. Stillman Drake e William Shea hanno riprodotto il micrometro galileiano dimostrandone la
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