", concluso il 25 novembre 1999 tra Francia, Italia e Principato di Monaco per tutelare i cetacei presenti nel bacino corso-ligure-provenzale. Al
di Monaco imposero il loro dominio, salvo poi essere di nuovo spodestati dai Doria: per breve tempo, perché ben presto arrivarono i Savoia, che
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In Italia un epigono dei primi esploratori del cielo fu il monaco teatino Giuseppe Piazzi (1746-1826). Nato in Valtellina, migrò per fondare l
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compiere ricerche originali. L’obiettivo, da 22 centimetri, fu ordinato nel 1862 alle officine Merz di Monaco, che godevano di un meritato prestigio
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nell’XI secolo, come risulta dalla traduzione Opticae thesaurus Alhazeni arabis fatta dal monaco Vitellione. Precoci furono le applicazioni astronomiche
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strumenti filosofici” di Monaco non si limitò come Wollaston a uno sguardo distratto. Durante le sue ricerche per migliorare la qualità delle lenti, nella
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Monaco di Baviera. Il padre era un piccolo imprenditore: aveva una fabbrica di macchinari elettrici, ma non fece mai fortuna. A scuola Albert fu un
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Monaco. Quando si ricongiunse ai genitori abitò prima a Milano, in via Bigli 21 (il poeta Eugenio Montale, Nobel per la letteratura, abiterà al numero 15
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, infine alla Scuola Normale di Pisa. Una borsa di studio lo portò a Monaco di Baviera, esperienza importante perché vi incontrò Klein e l’ambiente dei
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Monaco sul quale compare l’oroscopo del futuro scienziato. Un suo zio, Luca Watzenrode, nel 1489 era diventato vescovo della diocesi cattolica di Varmia
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priorità spetterebbe però al monaco Ilario Altobelli, che dichiarò di aver avvistato la nuova stella il 9 ottobre osservando il cielo da Verona. Da
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, nel 1610 andò alla corte del duca Massimiliano di Baviera a Monaco in qualità di liutista con uno stipendio di 300 corone. Prima era stato al
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