affermare che non fu Bradley con la casuale scoperta dell’aberrazione della luce (in realtà cercava di misurare la parallasse di una stella) a
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si intestardiva a misurare le posizioni stellari ancora con vecchi strumenti non ottici che costruiva con le proprie mani, Flamsteed nutriva qualche
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. È suo il primo tentativo di misurare le dimensioni dell’atomo. Ricavò un filo d’argento e lo ricoprì con uno strato di oro il più possibile sottile
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Un’altra idea intelligente fu quella di misurare la distanza del Sole approfittando dei rari passaggi di Venere davanti al suo disco osservati da
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Storicamente notevole rimane lo sforzo di Cassini per misurare la distanza del Sole con il metodo della parallasse, e di conseguenza attribuire al
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comodamente gli astri compensando la rotazione terrestre; intuì il fenomeno dell’aberrazione della luce poi scoperto da Bradley; cercò di misurare la
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Picard capì subito che Roemer era un giovane sveglio e lo sollecitò a misurare i tempi delle eclissi del satellite Io, il più vicino a Giove. Il
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matematica. Alla Luna dedicò le sue prime osservazioni, applicando un metodo che aveva ideato per misurare l’altezza delle montagne lunari in qualunque
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Misurare, misurare, misurare
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. Nella seconda metà del Seicento misurare bene la Terra era più urgente che misurare l’universo per due buoni motivi: 1) serviva alla navigazione, ai
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l’Osservatorio milanese di Brera, ma lo diresse e potenziò subito dopo la sua istituzione. Anche lui affrontò la sfida di misurare la Terra: per lo
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Tra i contributi italiani all’impresa di misurare il nostro pianeta si distinse quello di Giambattista Beccaria, che oggi a Torino dà il nome a un
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Misurare l’universo
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distanza di una sola stella: il problema di misurare la distanza di qualche stella con il metodo diretto della parallasse rimane aperto quasi fino a
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caso si trattava di stime induttive. Misurare davvero è un’altra cosa.
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, nulla poteva fermarlo. Non altrettanto ostinato fu nel perseguire il progetto di misurare la parallasse di Eltanin. Scoraggiatosi al primo fallimento
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comporta una parallasse di 22 millesimi di secondo d’arco. Non c’era speranza di poterla misurare tre secoli fa. Ma dato che Eltanin si avvicina a noi
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Lo strumento di Dollond era in sostanza un micrometro particolarmente sensibile usato soprattutto per misurare le variazioni del diametro apparente
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Buona Speranza l’abate Nicolas de La Caille con l’incarico di misurare la parallasse della Luna, di Venere e di Marte (ossia l’angolo sotto il quale da
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debole luce riflessa dai catarifrangenti. Un orologio atomico permette di misurare con estrema precisione il tempo impiegato dalla luce nel suo viaggio di
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del transito servivano a misurare con più precisione la distanza tra la Terra e il Sole. In secondo luogo, la documentazione fotografica doveva dare
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invece sono marcatori che permettono di misurare spostamenti anche minimi rispetto ai colori di sfondo. Huggins (1824-1910), dopo aver fatto il merciaio
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stata lei a procurarci il metro per misurare gli immensi spazi tra le galassie. All’inizio del Novecento si conosceva abbastanza bene la distanza di un
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Con il terzo secolo a.C. arrivano i primi tentativi di mettere insieme matematica e osservazioni per misurare l’universo. Incominciò Aristarco di
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Il primo tentativo di calibrare le cefeidi come “candele standard” per misurare gli abissi intergalattici fu del danese Ejnar Hertzsprung. Lo fece
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quarto della Luna né di misurare con precisione l’angolo Luna-Terra-Sole. Aristarco lo stimò di 87° mentre è di 88° 50’. Ne concluse che il Sole è 19 volte
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relatività generale, Gauss con un cannocchiale puntato su alcune vette delle montagne nel sud della Germania, provò a misurare la somma degli angoli
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qualità, ma sia pure con più di un dubbio, una lastra di Eddington permise di misurare una deflessione di 1,61 secondi d’arco; una lastra di Crommelin dava
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nessun esperimento potrebbe misurare. In compenso dal punto di vista filosofico l’universo uniforme nello spazio e nel tempo è più elegante e
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, un oggetto in proporzione molto grosso, con un diametro di 1200 chilometri. A questo punto fu possibile misurare con precisione la massa del pianeta
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Schmidt da 1,2 metri di Monte Palomar. Ne scoprì 120 e le usò come “candele standard” per misurare la distanza delle galassie in cui comparivano. Calcolò
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di un telescopio con un’apertura uguale alla distanza tra i due specchi: è così che si è riusciti a misurare direttamente il diametro angolare di
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. Dunque dovevano venire dall’alto e l’acqua le assorbiva. Ne sospettò anche l’origine astronomica: nel 1910 aveva provato a misurare un eventuale aumento
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esaminate dall’attrazione dei loro pianeti, se ne sono affiancati altri: quello dei transiti, che consiste nel misurare lievi diminuzioni di luminosità delle
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nel 950 servì a misurare la latitudine e l’obliquità dell’eclittica. Nel 994 Abu Mahmud al-Khujandi usò un sestante meridiano di ben 20 metri di
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tabelle delle posizioni dei pianeti. Il frontespizio sembra una di quelle tavole che gli optometristi usano per misurare la vista: NICOLAI CO in caratteri
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compasso, si procurò un “bastone di Giacobbe”, o “balestriglia”, strumento che permette di misurare la distanza angolare tra una stella e un pianeta
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misurare con precisione il moto di Marte, impresa che continuò strenuamente per anni dopo la morte dell’astronomo danese. Il pianeta rosso era il più
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mari), e affermatane l’affinità con analoghe formazioni terrestri al punto da misurare con un metodo geometrico basato sulla lunghezza delle ombre l
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