nel 1671 Jean Picard ne ottenne una misura migliore, il calcolo risultò convincente anche per una mente pignola come la sua.
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’applicazione alla misura del tempo con l’invenzione dello scappamento. Frutto delle sue ricerche di meccanica fu l’idea del bilanciere e della carica a molla
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correttore di bozze, avvocato e parroco, provò a ripetere la misura con il metodo di Ipparco basato sulle eclissi totali di Luna. Ottenne per la distanza
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distanza ancora inferiore al vero (23.455 raggi terrestri) ma ormai nel giusto ordine di grandezza. Tra l’altro, a influire sulla misura c’era la conoscenza
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massa in energia. La misura di Roemer fu rivoluzionaria anche dal punto di vista filosofico perché liberò il campo dall’antica convinzione metafisica
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organizzare una misura di longitudine con il metodo delle eclissi dei satelliti di Giove.
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permettere nell’Ottocento una misura precisa della velocità della luce.
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partecipato con Jean-Baptiste Délambre (1749-1822) alla misura dell’arco di meridiano tra Dunkerque e Barcellona che porterà alla definizione del metro (ma
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di misura.
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All’ottima (o fortunata?) misura della circonferenza terrestre fatta da Eratostene (39.700 km) erano seguite quella di Posidonio (135-50 a.C.), assai
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tedesco Gemma Frisius suggerì il metodo della triangolazione: si misura con grande precisione una base sul terreno, anche corta, e da essa, tracciando
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Aiutato da La Hire, Cassini nel 1718 completò la misura di due archi di meridiano, uno a nord e uno a sud di Parigi. Gli risultò che l’arco a nord
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Una misura eseguita da Pierre Louis Maupertuis in Lapponia nel 1738, un’altra conclusa da La Condamine in Perù nel 1744 e una diretta da La Caille
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Stato Vaticano determinò la lunghezza di due gradi di meridiano tra Roma e Rimini e al piemontese padre Beccaria suggerì la misura del Gradus
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Nell’astronomia degli antichi si mescolavano necessità pratiche (la misura del tempo e la navigazione in mare aperto) e sentimenti religiosi. Al Sole
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invece la misura del grado di meridiano ordinata a padre Giambattista Beccaria da re Carlo Emanuele III nel 1759.
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suo miglio, la sua lega, il suo moggio, e tanta confusione si ritorceva contro il popolo. Per il potere feudale imporre le proprie unità di misura nei
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fogli in scala 1/86.400, finché le rilevazioni geodetiche si intrecciarono con l’ambiziosa riforma delle unità di misura, coordinata da alcuni dei
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Grazie a ben altri strumenti rispetto al “circolo a riflessione” di Borda, oggi sappiamo che l’arco di meridiano dal Polo Nord all’equatore misura
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Come si è già accennato, per ordine di Laplace l’epopea della misura del mondo proseguì con François Arago (1786-1853) e Jean-Baptiste Biot, che
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. Per questo Galileo aveva considerato la misura di una o più parallassi stellari come la prova più inconfutabile a favore del sistema copernicano.
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Molti fattori disturbano la misura di angoli così piccoli e uno dei principali è la rifrazione, cioè la deviazione che i raggi di luce subiscono
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delle eclissi, i periodi sinodici dei pianeti, la divisione del giorno in 24 ore e, soprattutto, la suddivisione sessagesimale nella misura degli angoli
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1838: Bessel misura la distanza di 61 Cygni
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La prima misura diretta della distanza di una stella arriva infine nel 1838. Dopo tanti tentativi, era diventato chiaro che solo per le stelle più
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stelle che aveva richiesto 75 mila osservazioni, Bessel si dedicò alla misura della parallasse di 61 Cygni, incoraggiato anche dall’invenzione dell
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, le loro vite si intrecciarono complice la riforma delle unità di misura e tutti e tre continuarono l’opera di Newton traghettando l’astronomia
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Una precisa misura della distanza Terra-Luna fu il primo lavoro astronomico di Lalande. Nel 1751 l’Académie des Sciences aveva inviato a Capo di
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buon umore. Nominato presidente della Commissione per la definizione del metro e delle nuove unità di misura, si batté per il sistema decimale. Contro
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ventura di esaminare l’alunno Napoleone Bonaparte. Adottato come scienziato della Rivoluzione, entrò nella Commissione per la riforma delle unità di misura
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misura.
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immaginato: il semiasse maggiore della sua orbita misura 30 Unità Astronomiche, non 36 (l’Unità Astronomica equivale all’incirca alla distanza media Terra
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si concentrino in zone privilegiate, divise da vuoti (lacune) dove non esistono pianetini. Nel 1854 misura la differenza di longitudine tra Parigi e
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Nel 1849 Hippolite Fizeau tentò una misura diretta inviando un raggio di luce tra il terrazzo della casa dei suoi genitori a Suresnes e Montmartre
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invisibile, centinaia di persone assistono alla misura come a un evento mondano. L’esito è di 300 400 km/s con una incertezza stimata in 300 km. Albert
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addetto alle clessidre, incaricato di fornire ai colleghi di grado superiore una misura del tempo precisa. La capitale dell’impero aveva due osservatori
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peripezie degne di un giallo, oggi è conservata presso l’Università del Texas ad Austin. L’immagine, che misura 25,8 per 29 centimetri, ha intorno una
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misura dei liquidi il “gallone imperiale”, pari a 4,54 litri, maggiore del gallone statunitense che è di 3,78. Due battaglie di retroguardia che avrebbe
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che le affidò ci fu la misura della luminosità di una serie di stelle circumpolari che dovevano servire come pietre di paragone nella stima delle
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Il Sole nel pozzo: Eratostene misura la Terra
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misura la Terra?
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misura 40.009 chilometri, in entrambi i casi il risultato è molto buono. Ma Alessandria e Siene non sono sullo stesso meridiano come Eratostene supponeva
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spiegato da Newton 1800 anni dopo. In matematica è famoso il “crivello di Eratostene”, un sistema per trovare numeri primi. Ma per la misura della Terra gli
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andandole incontro, cioè salendo con i suoi strumenti di misura a 5200 metri su un pallone aerostatico. Due anni prima a Parigi il tedesco padre Theodor
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Al metodo di ricerca messo a punto da Michel Mayor, basato sulla misura delle velocità radiali, cioè sull’accelerazione impressa alle stelle
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nel “De mundi aetherei recentioribus phaenomenis”, e qui si misura la sua modernità. Così le comete, ritenute fenomeni atmosferici perché l’aveva
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quella di Galileo. Se vogliamo dargli credito, poiché a Firenze si usava come unità di misura il braccio mentre Venezia adottava il piede, il
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secondo cannocchiale ha l’obiettivo di 37 millimetri diaframmato a 16 e l’oculare di 22 millimetri, pure diaframmato a 16. La lente singola misura 58
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Nel dicembre 1610 e per tutta la prima metà del 1611 Galileo lavorò per determinare i periodi orbitali dei satelliti di Giove. La misura si rivelò
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satellite più interno, risulta a Galileo di 5,5 raggi gioviani (è di 5,9), quella di Europa la misura in 9 raggi (è di 9,4) quella di Ganimede la
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