Lo studio prende le mosse dalla nota rappresentazione della Giustizia negli affreschi di Ambrogio Lorenzetti nel Palazzo Pubblico di Siena (1338-39
umiliato, o dai cicli di affreschi con scene di corpi straziati nel pieno del Giudizio Universale e dalle deformità che troviamo nei dipinti di Bosch e
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Accettiamo di buon grado che gli affreschi di Giotto non parlino della sua persona; la mancanza di autobiografia da parte di certi artisti
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affreschi per i propri palazzi, mentre il monumentale Polittico di Gand era già da qualche decennio testimonianza della stabilità borghese. A confronto, due
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stata ceduta l’Alsazia. Negli stessi anni gli autocrati d’Italia facevano decorare le pareti delle loro dimore da affreschi figura 8 inamobivibili
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mobile, quella dei quadri per essere più precisi, non più quella esclusivamente riservata alle comunità negli affreschi o ai principi nei codici miniati
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annebbiate dalle quali traspare la luce, che collega il Foppa degli affreschi milanesi al Bergognone e si trova a essere talmente contagiosa da distogliere
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giochi di Paul Klee in paragone con gli svolazzi dei disegni barocchi che ritrovano un parente diretto negli affreschi ellenistici di Castelseprio, nel
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, cioè quella Antonio López García, Emilio y Angelines, 1961-65. che nel passato era legata agli affreschi o ai teleri o alla pittura storica, è stata
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anche lo spazio per un vasto racconto del mondo come accadeva nei grandi cicli di affreschi. Forse non del tutto, in verità. Nel Novecento dipinti
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