. Giorgio de Chirico, Le muse inquietanti. Milano, collezione privata. colonne d’Ercole tra XIX e XX secolo comportano la necessità di affrontare l’oceano del
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alla felicità di luce terrena e quotidiana, c’è anche chi dipinge una luce che non c’è, e chi fa questo è Giorgio de Chirico (Le muse 36. Giorgio
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tonale mantiene legami strettissimi, pur nell’apparente incongruenza 37. Marc Rothko, Number 14. Collezione privata. con l’immagine rappresentata: Giorgio
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per nulla, il grande tonalista del XX secolo, Giorgio Morandi, che, per quanto riguarda la costruzione dell’immagine, come abbiamo detto, aveva come
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L’artista di oggi può essere uno spirito saturnino e solitario, del genere che descrisse Giorgio Vasari raccontando di Paolo Uccello o di Piero di
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Michel Foucault, Giorgio Agamben, Toni Negri, Michael Hardt e gli ideologi del movimento Occupy Wall Street hanno messo in rilievo la progressiva
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. Giorgio De Chirico raggruppava nei suoi dipinti brandelli di piazze, tavole da palcoscenico, scatole per biscotti, statue di marmo e manichini da
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O. Gehry; dato il successo di quella, due anni più tardi venne dedicata una retrospettiva a Giorgio Armani, dove gli abiti vennero allestiti dal
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invenzioni di Giorgio Armani.
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di Giorgio de Chirico, sostenere che vera una sottile vena metafisica in quelle architetture, pur dovendo ammettere che s’erano caricate duna enfasi
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trecento dipinti; e, man mano che ci si avvicina ad artisti come Giorgio Morandi, si vede che il conflitto fra qualità e quantità è vissuto nella
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