osservare lo squarcio di entroterra veneto (fig. 6), i castelli che si stagliano contro il cielo classico, assoluto, composto, eppure splendente di
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seguito con assoluto amore e infinita precisione.
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essere una metafora dell’anelito che ognuno di noi ha verso l’assoluto e la libertà, questa finzione narrativa esprime anche un personale bisogno di fuga
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, a volte grottesco, diventa pioniere dell’ignoto in un’epoca a volte lontana dalla religione, ma sempre assetata di assoluto. Il guardare oltre la
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Ci sono casi in cui gli artisti affrontano il loro bisogno di assoluto con un atteggiamento in parte pii! giocoso, come Pierre Huyghe, che ha
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silenzio un silenzio strumentale, ma non assoluto, visto che, anche quando non produciamo nessun suono, il nostro corpo e il mondo che ci circonda
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si riforma tutto, anche il concetto di bellezza che viene a perdere ogni riferimento neoplatonico, quello d’un assoluto stabile e sublime, per giocare
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essere assoluto e totale, abolendo ogni traccia del passato ma riferendosi all’insegnamento degli archetipi: la tragedia greca era già stata somma
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