. . Egli crea una composizione “centrifuga”, il cui fulcro è costituito dalla figura di Cristo, che col suo gesto sembra imprimere alla scena un movimento
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contro la quale egli combatteva nel ruolo di inquisitore.
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Betulia (figura 66). Figura 66 - SANDRO BOTTICELLI, Il ritorno di Giuditta a Betulia, 1472 circa, Uffizi, Firenze. Nella prima egli mostra l’attimo in
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che lei avrebbe avuto. In questo modo egli pensava di tenere lontana sua figlia dagli uomini, ma Giove, che aveva notato che la costruzione presentava
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egli si recò a caccia e fu ucciso da un cinghiale; la dea accorse ma non potendo riportarlo in vita lo trasformò in un fiore, l’anemone.
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parole di Narciso. Narciso fu punito dalla dea Nemesi che lo fece innamorare della propria immagine riflessa in uno stagno, cosicché volendo egli
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giorno incontrò sulla propria strada le baccanti che in preda al furore dionisiaco volevano possederlo; siccome egli si rifiutò venne da queste
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Antonie van Dyck, allievo di Rubens, fissa i canoni della ritrattistica dell’epoca. Egli scopre che il personaggio è anche persona e che il prestigio
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del tema. Nella bella descrizione della campagna senese egli rappresenta l’uomo intento a seminare, mietere, trebbiare e a potare viti; oltre a
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Egli proveniva da una famiglia di pittori, divenne prete, ma per tutta la vita accanto all’ufficio religioso esercitò il mestiere di artista
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al monte Tabor egli si trasfigurò: il suo volto cominciò a splendere e i suoi abiti divennero di un candore abbagliante, mentre i profeti Mosè ed
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che scaturiva dall’annuncio del tradimento, per mettere in pratica la teoria degli affetti. Egli descrive un vasto ambiente, reso in prospettiva
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