Duccio nella storietta del retro della Madonna in Maestà, conservata nel museo dell’Opera del Duomo, lo rappresenta con il vessillo, mentre il Beato
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NOLI ME TANGERE: L’episodio dell’apparizione di Cristo alla Maddalena nasce come iconografia tra la fine del XIII secolo e l’inizio del XIV secolo
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Andrea Mantegna, nel dipinto conservato nel museo del Prado, dispone la Vergine sul letto di morte nel fondo di uno spazio descritto prospetticamente
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El Greco, invece, nel dipinto conservato al Prado, si serve del secondo tipo: la Vergine, su un alto podio, ha intorno i dodici apostoli (bisogna
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Michelangelo nell’affresco della Cappella Paolina dà luogo ad una composizione corale di grande drammaticità, dove l’esasperazione del vuoto centrale
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Domenico Beccafumi nel San Paolo in trono, conservato nella Pinacoteca Civica di Siena, unifica i temi della Conversione e del Martirio, mediandoli
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città si appresta a sferrare il colpo mortale con la spada. Cosmè Tura, negli sportelli dell’organo del Duomo di Ferrara, conservati nel Museo del Duomo
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della fine, ha accanto un soldato che punta l’arco nella sua direzione; sullo sfondo è in atto il massacro delle vergini, del Papa e del suo seguito.
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hanno già lanciato i loro dardi; la colonna e la città in rovina sullo sfondo rappresentano simbolicamente la fine del “mondo pagano” e l’avvento del
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seguente, Giuditta fece esporre la testa di Oloferne sulle mura della città e i nemici, privati del loro comandante, alla vista del macabro trofeo fuggirono
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Antonio del Pollaiolo nel Davide vincitore, conservato nei Musei di Stato di Berlino, usa il primo genere di rappresentazione: l’immagine del giovane
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BANCHETTO DI ERODE, SALOMÈ CON LA TESTA DEL BATTISTA: L’iconografia, risale al XII secolo ma si afferma solo nel Rinascimento ed in genere si
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Visione pittorica: La composizione è espressa direttamente attraverso il colore, senza l’ausilio del disegno.
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San Giacomo maggiore: Santo martire, fratello di San Giovanni Evangelista, rappresentato con i seguenti attributi: la spada, simbolo del suo martirio
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più chiavi, in relazione al passo del Vangelo di San Matteo: “A te io darò le chiavi del regno dei cieli”. Come altri attributi possono comparire il
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Figlio di Giove e Giunone, dio del fuoco nonché fabbro al servizio degli dei e di eroi, per i quali forgia le armi. È rappresentato con la barba
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Fetonte convinse il recalcitrante Apollo-Flelios, suo padre, a fargli guidare il carro del sole, ma non avendo l’esperienza necessaria finì per
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Il riferimento al classicismo greco permea in generale gran parte della ritrattistica del II secolo d.C., grazie anche al gusto dell’imperatore
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Inoltre mentre il ritratto idealizzato indaga prevalentemente sull’apparenza del soggetto rappresentato, ossia ne specifica il ruolo di potente o di
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Nel Ritratto del Principe Carlos Balthazar a cavallo, conservato nel Museo del Prado, non è tanto il volto del principino a prevalere nella
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’artista più rappresentativo del genere, nella sua epoca il Ritratto di Madame Pompadour, conservato nella Alte Pinakotek di Monaco, si impone subito per
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Nei secoli successivi alla caduta dell’impero romano, il paesaggio come soggetto autonomo scompare quasi del tutto, per poi riaffiorare tra la fine
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Ambrogio Lorenzetti negli Effetti del buongoverno (figura 118) Figura 118 - AMBROGIO LORENZETTI, Effetti del buon governo, 1338-40, particolare, Sala
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I Greci collegarono la rappresentazione del corpo all’ordine razionale focalizzando l’idea di bellezza in un sistema di proporzioni. Le maggiori
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in stesure trasparenti che utilizzano come bianco il colore del supporto, e non deve essere mescolato. È una tecnica che richiede una grande abilità
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, oppure come espressione del sentimento e della visione del mondo dell’artista. Il risultato è una maggiore o minore fedeltà al dato naturalistico
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Gli artisti del Rinascimento si industriarono per rivitalizzare l’ideale greco, giungendo a definire un linguaggio classico, e così cercarono di fare
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Il metodo di Panofsky consisteva nello studio dei valori formali delle opere d’arte contrapposto allo studio del loro significato (Panofsky 1962
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3. Analisi iconologica. Analisi del significato che si cela dietro all’iconografia, voluto dall’artista, oppure frutto del tutto involontario della
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L’iconografia del tema religioso, nelle sue possibili varianti, tende a ripetersi, dato il fine dottrinario-educativo delle immagini, questo però non
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PANE: È sin dall’epoca paleocristiana simbolo del corpo di Cristo e del suo sacrificio per la redenzione dell’uomo.
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Con il passare del tempo si arriva a rappresentare il Bambino completamente nudo, concentrando l’attenzione sugli attributi genitali, per
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In Egitto, al tempo del Nuovo regno (1580-1070 a.C.; XVIII-XX dinastia) era un segno di affetto e di lusinghe erotiche; nella pittura della Grecia
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vedere nello scomparto centrale del Polittico del Carmine, di Masaccio, nella National Gallery a Londra, dove Gesù Bambino è intento a mangiare dei
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MADONNA CHE LEGGE CON IL BAMBINO: In diverse opere del Quattrocento e del Cinquecento la Madonna è rappresentata nell’atto di leggere; il libro o i
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presenza (figura 15); il gatto simboleggia il male scacciato dall’avvento del Cristo. Il dipinto presenta altri elementi simbolici, come l'impannata che
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capanna, sostituita da un riparo costruito sui resti di architetture classiche, costituisce un’altra variante che serve ad affermare la fine del mondo
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L’ambientazione è generalmente il cortile del palazzo di Erode dove dei soldati, armati
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RIPOSO DALLA FUGA IN EGITTO: Prima del XVI secolo nessun artista aveva mai rappresentato il tema che trovò nella pittura nordica la sua prima
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DISPUTA DI GESÙ NEL TEMPIO: L’iconografia è una creazione del XIV secolo che contempla l’immagine del giovane Gesù, in genere al centro, circondata
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cupola del Battistero degli Ariani a Ravenna. Il corpo di Cristo, nudo, appare immerso nell’acqua mentre il Battista, a destra, versa l’acqua sul suo capo
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Andrea del Castagno nell’affresco del refettorio di Sant’Apollonia introduce delle altre varianti: Gesù e gli apostoli sono seduti attorno ad un
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, conservata nel museo del Prado, dove sembra esasperare il movimento organizzando le figure secondo le traiettorie diagonali che convergono verso l’immagine
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INCORONAZIONE DI SPINE: Anche quest’iconografia ha origini medioevali e viene associata in genere all’episodio del Cristo deriso, dove dei personaggi
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Solo a partire dall’XI secolo l’iconografia subisce una trasformazione: all’immagine del Cristo trionfante succede quella del Cristo sofferente con
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Inoltre Disma e Gesta (questi erano i nomi del buon ladrone e del cattivo ladrone) appaiono legati e non inchiodati, per differenziarli
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Queste pose, che in qualche modo suggeriscono il movimento, in contrapposizione alla immobilità del Cristo, richiamano un simbolismo molto diffuso in
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La contemplazione del corpo del Signore permette ai dolenti di abbandonarsi alle loro emozioni, di manifestare quelli che Leonardo chiamava “affetti
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Il trasporto del corpo di Cristo morto è un’iconografia tipicamente rinascimentale, poiché non esistono esempi del genere nell’arte dei secoli
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La Pala Baglioni, di Raffaello, conservata nella Galleria Borghese a Roma, è forse una delle interpretazioni più famose del tema, che tra l’altro
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