molto animata, in cui sono rappresentati i santi Giovanni e Crotone impegnati a distribuire l’elemosina. La narrazione è arricchita da una serie di
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rende molto innovativa rispetto ai trittici trecenteschi che si potevano allora ammirare a Firenze: differentemente da quanto accade in questi ultimi
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La scelta del soggetto, molto diffuso in quegli anni, rifletteva non casualmente l’attività del committente. I Re Magi che portano le loro ricchezze
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da apparire come espressione di due concezioni artistiche molto diverse, se non addirittura opposte: l’una, quella di Gentile, legata al mondo
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fu pittore di caratura molto più modesta, pur ottenendo un discreto successo in un genere minore, a mezza strada tra l’arte e l’artigianato di lusso
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Masaccio ebbe un rapporto molto stretto con Masolino da Panicale, che era originario della sua stessa zona, il Valdarno. Roberto Longhi, autore di un
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spazio entro cui si muovono è definito in modo sintetico, ma molto chiaro: la direzione da cui proviene la luce è deducibile limpidamente, i vari
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obbediva a criteri puramente empirici che, pur essendo spesso molto efficaci, non erano privi di smagliature e incoerenze ottiche.
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Nel corso del Trecento, gli sforzi di conferire un’illusoria tridimensionalità alla pittura su tavola e su parete si svilupparono molto anche grazie
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usato la prospettiva brunelleschiana, volte e pavimenti ci apparirebbero molto più deformati e, paradossalmente, meno credibili di quanto non lo siano
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cristallina le figure dei protagonisti della vicenda si stagliano in maniera molto nitida, diminuendo proporzionalmente di dimensioni mano a mano che si
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i papi del Rinascimento assegnavano al potere umanistico. Essi, intatti, contavano molto sulla stretta alleanza tra umanesimo e arti visive, paro le
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vista molto ravvicinato, posto appena al di sopra dei piedi del letto funebre. In questo caso, Mantegna sembra aver usato la prospettiva in funzione
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Non molto distante da Mantova, a Parma, più o meno negli stessi anni in cui Giulio Romano eseguiva il suo capolavoro in Palazzo Te, Correggio
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Ma vediamo ora come i due artisti, Ghiberti e Brunelleschi, abbiano ricavato da questo tema due composizioni molto diverse, pur adattandole entrambi
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L’antica letteratura artistica insiste anche molto sul fatto che il grande pittore Zeusi amasse vestire con particolare lusso, una circostanza che
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storiografica all’altra, e della veridicità delle quali è senz’altro lecito dubitare, ma che risultano ugualmente molto istruttive per noi proprio in
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Questi, ed altri analoghi tipi di strumenti, furono sicuramente molto usati dai pittori. Tuttavia, occorre tener presente che una simile, rigorosa
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, molto raffinato e preciso, non fu però un genere di dominio esclusivamente italiano; anzi, ebbe un gran numero di esponenti di spicco anche nell’altro
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interno un’immagine molto nitida (e capovolta) della veduta esterna inquadrata dall’obiettivo.
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» traspare da una serie di aneddoti, spesso del tutto fantasiosi, ma che risultano ugualmente, a saperli leggere in controluce, molto istruttivi
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primi passi della sua «invenzione». Nella sua biografia dell’artista quattrocentesco, Giorgio Vasari insiste molto su questa propensione di Paolo ai
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Palladio, che aveva studiato con molto impegno l’architettura antica e conosceva bene il trattato di Vitruvio, costruì una cavea semicircolare (per
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attribuito al senese Baldassarre Peruzzi (fig. 152), che fu molto attivo in tale Fig. 152. Baldassarre Peruzzi (?), Scena prospettiva con edifici
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Molto amico di Peruzzi fu l’architetto bolognese Sebastiano Serlio, autore di un Trattato di Architettura molto diffuso nell’Europa del Cinquecento
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Un episodio ben diverso ma dal significato analogo si verificò in un’epoca e in un contesto molto diversi l’Inghilterra della seconda metà dell
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molto vasto, che qui possiamo toccare solo di sfuggita.
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trattava di costruzioni in gran parte realizzate in legno, il che rendeva l’incendio un’evenienza tutt’altro che rara e anzi molto temuta.
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una sorta di affascinante scenario, che ha ricondotto ad unità una piazza molto dispersiva e frammentata. Anche l’inserimento del monumento a Cosimo I
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maiuscole ad imitazione delle epigrafi latine, questa tavoletta che è tutto sommato molto piccola e potrebbe sembrare, a prima vista, lo scomparto di
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Negli anni in cui Piero dipinse la tavoletta di Urbino il problema della riconquista della Terra Santa era effettivamente molto sentito in Italia e
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La tradizione esegetica del quadro è quanto mai ampia ed eterogenea: tutti gli studiosi che si sono occupati di Piero hanno formulato ipotesi, molto
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colleghi la condividano fino in fondo. Naturalmente si tratta di una disciplina storica molto particolare, perché ha come principale oggetto di ricerca
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L’estate romana, com’è noto, è molto calda, e a quell’epoca l’area vaticana era particolarmente insalubre, perché le vicine e paludose rive del
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: perfino i festoni vegetali che riempiono gli intervalli tra gli esagoni orvietani sono molto simili a quelli che raccordano tra loro i tondi nella
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esecuzione, che poteva essere lungo o anche molto breve, ma che comunque incorporava in sé tutto il tempo necessario all’artista per dare forma ad un’idea
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della similitudine tra arti figurative e letteratura che stava molto a cuore agli artisti del Rinascimento, impegnati ad emanciparsi dalla condizione
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unitario, ma molto vario e articolato, la composizione presenta un primo piano affollato da figure di grandi dimensioni, mentre sullo sfondo sono
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sostanza senza spostarsi mai da Modena, l’abate Lanzi trascorse un’esistenza molto più movimentata, compiendo innumerevoli viaggi in Italia e in Europa per
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molto lentamente nel suo itinerario celeste attorno al sole (fig. 17). La malinconia, l’atteggiamento pensieroso, la completa astrazione dalla realtà
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Popolo. Esposte in un museo o in occasione di una mostra, si potrebbero osservare frontalmente e con molto più agio rispetto alla visuale sacrificata
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Commentando questo passaggio del De pictura, Salvatore Settis chiarisce molto bene il senso di tale equivalenza albertiana tra pittura e retorica: «l
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e compianto sul corpo dell’eroe), è un tema molto frequente nei rilievi dei sarcofagi romani e non è facile risalire a quale specifico rilievo
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San Pietro. Pietro in Vaticano. In alcuni Vesperbilder e nella stessa Pietà michelangiolesca (fig. 38) compare un braccio pendulo e inerte molto simile
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È necessario, inoltre, tener presente che l’opera d’arte è una testimonianza molto peculiare, con una sua storia e una sua vita, spesso assai lunga e
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settori della storiografia) un dibattito sull’utilità o meno di queste grandi categorie critiche di carattere molto generale. In Transformations in Late
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ben aperti, secondo l’iconografia, allora molto diffusa, del Christus Triumphans, ovvero del Cristo crocifisso che non solo appare vivo, ma non mostra
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dinamico di spinte e controspinte è il frutto di un processo tecnologicamente molto avanzato, che riflette a pieno la fase di rapida ascesa dell
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respinte dalla Chiesa di Roma, in cui molto forte era il retaggio della tradizione classica. Papa Gregorio Magno, che fu papa dal 590 al 604, Fig. 69
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