diffusione del linguaggio figurativo fra Tre e Quattrocento. Vi si sottolineava come le Alpi non fossero state una barriera invalicabile, ma al
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cortese, fondendosi nell’indiscutibile unità stilistica di un linguaggio figurativo di eccezionale qualità e lucida coerenza.
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, una sorta di nota a piè di pagina. Di solito gli artisti in questa zona del dipinto ricorrono ad un linguaggio più vivacemente narrativo e compendiario
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sinuose cadenze che si riverberano nelle ampie falde del panneggio: tutti elementi che ci parlano di un linguaggio figurativo di transizione tra le
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innovativa che è presente in Masaccio. Masolino aggiorna la sua cultura figurativa, assimilando alcuni caratteri del linguaggio figurativo del suo più
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di San Giovenale del ’22, e non c’è dubbio che le due Madonne abbiano una comune ascendenza, ma quella degli Uffizi è caratterizzata da un linguaggio
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Per esemplificare come meglio non si potrebbe l’irriducibile diversità tra il linguaggio figurativo di Masaccio e quello di Masolino, non c’è manuale
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alle soglie del XVI secolo, è un manifesto esempio di persistenza del linguaggio ornato ed elegante del Gotico cortese: fondo oro, ma soprattutto, gusto
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linguaggio figurativo senese che gli era estraneo e distante -, limitandosi ad inserire le proprie figure, la cui cifra stilistica è squisitamente
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conferenze e dibattiti le rispettive discipline. Grazie anche alla conclamata eccellenza qualitativa di un linguaggio visivo che aveva avuto tra i suoi
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e tecnicamente magistrale: era inevitabile che prevalesse nel concorso, ma Brunelleschi mette in mostra un linguaggio più radicalmente innovativo
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il primo si limita a riecheggiarne motivi la cui eleganza formale arricchisce ed impreziosisce la sintassi ancora tardogotica del suo linguaggio, ma
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la volontà di adottare un linguaggio aulico, ufficiale, che potrà risultare non particolarmente gradito al nostro gusto contemporaneo, cui risultano
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linguaggio aspro e stentato, che ben poco ha a che fare con quello dell’Angelico e del suo entourage. Grazie ai documenti d’archivio che ci parlano
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linguaggio dell’artista è ormai più maturo, aulico e raffinato, come si addice ad un pittore che ha raggiunto l’apice della maturità e si misura in una
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condizionamenti del linguaggio ufficiale, ricavato grazie alla modesta dimensione delle figure e alla loro ragguardevole distanza dallo sguardo dei visitatori
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ulteriormente favorito dalla condizione «sperimentale» in cui operava su quelle impalcature, non dovendo conformarsi alle convenzioni di un linguaggio ufficiale
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pittorico, contaminandola con altre modalità di rappresentazioni spaziali, mutuate dal linguaggio nordico, fiammingo e tedesco, come ad esempio la visione
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Il termine Gotico, ad esempio, compare per la prima volta nel linguaggio critico del pieno Rinascimento italiano come termine dispregiativo per
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direttamente alla scultura classica. Inoltre, sia i Pisano ed Arnolfo di Cambio che Giotto aggiornarono il loro linguaggio figurativo, già rigenerato dal
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