Dal socio tiranno al dominus abusivo
Nel secondo caso, correttamente, la sentenza commentata fa salvi i poteri autoritativi di acquisizione dell'immobile abusivo da parte della P.A., anche in danno dell'acquirente in sede giudiziaria. Essenziale, quindi, da una parte una valutazione adeguata dell'immobile, che mantiene comunque un suo valore di uso; dall'altra, la corretta informazione del possibile acquirente sull'effettivo stato giuridico dell'immobile posto in vendita.
., nel commentare la sentenza della seconda sezione della Corte di Cassazione 19 dicembre 2005, Locaputo, che ha escluso il reato di cui all'art. 348 c.p. in capo a chi, mago o ciarlatano, formuli diagnosi, o prescriva o somministri sostanze con finalità terapeutica, ritenendo che l'ambito tutelato dalla norma de qua sia circoscritto alla "medicina scientifica", evidenzia le possibili implicazioni di tale criterio in tema di rapporti tra medicine alternative ed esercizio abusivo della professione medica. In chiave critica, procede all'esposizione delle varie nozioni di professione medica ai fini dell'applicazione dell'art. 348 c.p. elaborate nel tempo dalla stessa letteratura medica e dalla giurisprudenza. Seguono brevi riflessioni sulla rilevanza penale degli atti di magia terapeutica, per titolo diverso dall'art. 348 c.p.
Non sono peraltro trascurabili le e esigenze di tutela del convenuto a fronte della trascrizione di domande giudiziali sia riconducibili al novero degli artt. 2652 e 2653 c.c. sia palesemente destituite di fondamento nel merito e per questo concretanti un esercizio abusivo del diritto di agire in giudizio.
"illegali" e del "dossieraggio abusivo". La novella tuttavia, reca con se gli effetti nefasto di una legislazione frettolosa e poco ponderata. Oltre a lacune ed evidenti paralogismi, a volte, si ha la netta impressione che anche l'obiettivo mirato non sia stato centrato affatto.
La sentenza definisce l'ambito di applicazione dei reati di frode informatica e accesso abusivo a un sistema informatico o telematico, escludendone la sussistenza in relazione all'ipotesi di copia di più pagine HTML da un sito web non protetto da misure di sicurezza ad un altro sito web. La sentenza precisa inoltre che la pubblicazione su un sito web di contenuti di banche dati copiati da altro sito web può costituire, sussistendone gli ulteriori requisiti richiesti dalla norma, violazione dell'art. 171 bis comma 2 l. n. 633 del 1941, a tutela della banche dati.
La contestazione del reato di porto abusivo di armi presuppone che l'arma sia stata rinvenuta e che ne sia stata accertata la sua idoneità all'impiego. In caso di mancato rinvenimento deve essere valutata la possibilità che sia stata utilizzata un'arma giocattolo o comunque inefficiente. L'uso o il porto di arma giocattolo priva del "tappo rosso" alla volata è pienamente rilevante quando la legge prevede tale condotta come elemento costitutivo o aggravante di uno specifico reato. Casistica ed eccezioni.
Le misure di sicurezza nel reato di accesso abusivo: l'agente deve averle neutralizzate
Pertanto, molto correttamente la Suprema Corte di Cassazione ha stabilito che il reato di accesso abusivo non è configurabile nel caso in cui un soggetto acceda ad un area "informatica" comune (es. aree aziendali intranet) grazie all'utilizzo della propria password e duplichi una cartella o un file che altri soggetti, rimasti ignoti, hanno indebitamente trasferito (trascinandola con il mouse) da un altra area (protetta con specifica e differente password) in uso al datore di lavoro. A nulla rileva la consapevolezza che la cartella contenga dati riservati e che tali dati vengano comunque salvati su di un dischetto dal soggetto che ha avuto accesso all'area comune.
Comunione ereditaria di immobile abusivo e natura giuridica della divisione