, facendosi guidare la mano da Tit. Poi Caterí volle accomodare il vestito di Tit, temendo che egli avesse
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ricordò a tempo che essa non suonava piú. Il gufo porse a Tit una foglia di quercia, e non volle il soldo. In quel momento fra le foglie della Quercia
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, incominciò a piangere, e non volle piú darmi il premio. Tit sospirò, ma poi sembrò molto allegro, e disse: — E io ho fatto un bellissimo scherzo al re bianco
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con affetto indescrivibile la trombetta d'argento. — La mia piú grande impresa... — disse. — Racconta, — gridarono tutti. Ma Tit non volle raccontare
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perché si svegliasse. Poi la signora Guardaboschi volle mostrar loro tutta la casa, e finalmente li accompagnò nella loro camera che era assai bella
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e mise l'orecchio sul cuore di Tit. Dichiarò: — Batte. Anche la Signora volle sentire e disse: — Batte. — Ma il malato non potrà essere trasportato
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Tit si risvegliò, fu contento di vedere che la casina era diventata piú bella d'un teatro, e volle vicino a sé la sua trombetta d'argento. — Chi sa
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Caterinuccia anche questa volta dovette sospirare. Il mercante continuava ad ammirare la casina, e volle donare un nastro da mettere sulla spalliera del
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bellissima Principessa. Ma prima molto gentilmente volle fare una suonatina sulla chitarretta che aveva al collo. La canzone diceva:
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era tempo di mettersi in pensione; e non volle piú camminare. Negretti pensò di cercarsi subito un'occupazione dignitosa, e bussò all'uscio del
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vecchio padre generale morto eroicamente in battaglia; ma il figlio, invece di fare il generale, volle seguire la sua vocazione di cuoco, e la sua fida
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scimmiettina volle provarsi il suo berretto con la piuma, e poi, figuratevi, voleva perfino levargli le scarpe; e le quattro signore ridevano e
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