cintura con le cartucce. Aveva la faccia rotonda e rossa, il naso rosso e gli occhi piccoli. Ogni volta che Sua Maestà passava davanti a lui, diceva
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gridavano: — Arrenditi, ornino. — Bene, grasso! — Bravo il grasso! — e facevano il tifo per Massimo. Il signore distinto e milionario diceva con tono di
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che le diceva Caterinuccia. - Sei stupida e anche brutta, - diceva Caterinuccia, - con solo quattro capelli e gli occhi di filo rosso! Io vorrei una
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. — Era cosí brava, poi, Tit! Capiva quello che le si diceva, meglio di qualunque altra bambola. E sapeva dire « sí » e « no », solo a spingerla un poco
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molto cattiva, e la mia mamma mi diceva sempre: « Se continui, chiamo il Gran Topo nero ». Io tremavo, e stavo zitta. Ma una volta continuai, e il Gran
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canto di un usignolo; e l'usignolo cantava una storia assai bella, che diceva cosí: — Tutti gli alberi lo conoscono e le foglie ripetono il suo nome
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Era presente anche la Regina delle Fate che parlava di una nuova servetta che aveva da poco assunta nel suo palazzo: — Si chiama Grigia, — diceva
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strofinaccio. Ma sí, era proprio Bellissima. Non volete crederci? — Ma chi poteva immaginare che Grigia si chiamasse Bellissima? Guarda un po'! — diceva
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bellissima Principessa. Ma prima molto gentilmente volle fare una suonatina sulla chitarretta che aveva al collo. La canzone diceva:
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, cominciò a saltare e a ballare. Poi alzò il naso verso la luna, e cantò in suo onore una canzone che diceva cosí:
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diceva: — Che! Che! Che! — e fiutava una presa di tabacco. Aveva un bel vestito di velluto rosso, e tutti si inchinavano. E le spose passarono
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