quattordici, ed uno è mancato. Ho una zia, una zia tremenda che ha paura del numero tredici. È capace d'andarsene, di non perdonarmi più. Un uomo che si
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sorella, alla zia, all'istitutrice de' suoi ospiti. Ma deve ricordarsi pure che le persone educate e gentili, accolgono con apparente soddisfazione e con
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la sua, non se ne senta troppo estranea, e messa da parte. Gli stessi riguardi dovrà usare ad una zia, o ad una parente qualsiasi che vivesse con lei.
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- «Mi ricordo quand'era fanciulla» come la vecchia Pipelet di gioconda memoria, e nel carnovale, la mia zia, che mi teneva il posto della povera
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madre. Ai bagni di Viareggio, pochi anni sono, c'era una signora nubile, che accompagnava una nipotina di diciotto anni. La zia ne aveva trentanove
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