che un monosillabo, una breve risposta. «Ma no» «Sa pure di no» Ma glieli suggerisce uniti ad una confusione, ad un rossore, ad una peritanza dello
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quell'occasione... Ebbene no. Deve avere il coraggio di rinunciarvi. Una signorina non deve ricevere il fidanzato quando è sola. E dice alla cameriera
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bere? domanda il marito a tavola. Si. No. Oppure porge il bicchiere in silenzio. - Dio! Quanto mi dà sui nervi questo tintinnìo della forchetta sul
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quando entra il Re. Lui rimase imbarazzato sai; ma io no. Ed aveva ragione. Era un'irregolarità, ma una bella irregolarità; felix culpa; e provava
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salvarlo? - No? - Mi faccio onore di crederlo. - Ebbene, io sto per annegare in un mare di guai. Ho invitati parecchi amici a pranzo. Dovevamo essere
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tavola si mettono soltanto i dolci e le frutta, ornati di fiori. La padrona di casa si mette un abito elegante, scollato o no, a seconda che il suo
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por tempo in mezzo, affinchè si possa, volendo offrire il suo posto in tempo ad un'altra persona. E, sia che abbia accettato o no, dovra entro otto
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E, poichè ci siamo, parliamo di quel raccolto, che consiste in un ricambio d'inviti, ai quali, s'accettino o no, si risponde sempre con una carta di
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convenga o no incontrarne la relazione. Ogni villeggiante è tenuta a fare una visita agli ultimi vicini venuti; ben inteso quando vi sono signore. Se è
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dell'amore dei figli. In che cosa crederemo più, allora? No, non voglio dubitarne; è triste il pessimismo e spoetizza il cuore. Parliamo d'altro. In Francia
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nove mesi di tempo per la cucitura del corredino. Gli annunci no, non vanno preparati. Quello è il compito del babbo. Ma lui è sempre così assorto
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almeno quattro visite. Ma è sabato. La signora Feconda riceve. Si sale prima da lei. Dopo un quarto d'ora si vorrebbe congedarsi. - No ; aspetti un
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gambe, e due braccia, può, fare tutte queste cose. Ma allora non mi domandino se è conveniente. Altrimenti sono costretta a dire di no. Una signora che
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il denaro in mano? - Io, no, non oso. - E neppur io. E neppur io. Ci sembrava di avvilirla. Come fare? La maestra aveva una piccola scrivania. - Se
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servizio: «Grazie, Giannotto.» - Quelli sono bambini per bene! Gil altri no; hanno capito, miei piccoli lettori? Dappertutto c'è da imparare. Ma
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vecchia si vesta come un figurino antico; no, ma non deve vestire come nessun figurino. Abiti scuri, lisci, per uscire; abiti neri o bianchi
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famiglia, per inetter fine a quel battibecco. Alle frutta poi : - La crema! Mamma, a me darai i geroglifici di cioccolatte! - Anche a me. - No, l'ho detto
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dopo di lui, e magari non ha uno di quei visi che incoraggiano al sagrificio. No; sarebbe troppo pretendere dalla cortesia d'un debole mortale. Basta
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avermi detto nulla. - Non mi vuoi con te, mamma? le domandai. - No, vado dalla baronessa. Chinai il capo avvilita. Era la mia punizione. Venivo espulsa
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indiscrezione se accettassi, ecc. II bambino non è padrone di sè. Non può disporre da sè, se accetterà o no l'invito; e però, è inutile che si dia l'aria di
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decrepita, da non saper più sorridere ai vent'anni sereni e biondi? Ebbene no. Non voglio brontolare. C' è sempre modo di dire con garbo anche le cose più
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supposizione nè una speranza, e potrà parlarne liberamente. Prima no. E se taluno le dicesse quella parola, dovrebbe rispondere: - Io non so se mi
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guadagnò - se fosse meritata o no non saprei dire - la fiducia di molte lettrici, le quali presero l'abitudine di rivolgersi a me, anche senza
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, e lei da brava bambola ha articolato uno dei suoi monosillabi o bisillabi per ogni domanda, che faceva da cordicella: «Si. No. Grazie. Basta. Poco
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punti interrogativi incaricati di domandarle "Si! o no? " Ed ha veduto pure che gli occhi del signore accompagnante sembravano due unità di misura
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