plastico-pittoriche sono riscontrabili anche nell'altro "grande” Jasper Johns, specie nei suoi Target, nelle sue "bandiere,” nelle sue “carte
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plastiche inserite nell’architettura, come l’immenso plastico metallico di Naum Gabo sul Bijnkorf di Amsterdam o come quello della Hepworth dinanzi alla
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realizzati in un materiale plastico e spugnoso che li apparenta a strane crisalidi di insetti prosciugati.
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ottenendo effetti di notevole rilievo plastico-spaziale, è l’inglese Rachel Whiteread, una delle poche artiste interessanti presenti alla 47a Biennale
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Nel secondo cinquantennio del XX secolo, invece, assistiamo a una quintuplice lacerazione del tessuto pittori-co-plastico attraverso: 1) una prima
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vera grande evoluzione dell’arte contemporanea (dinamismo plastico). Gli spaziali vanno al di là di questa idea: né pittura, né scultura "forme
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immagini plastico-cromatiche che ci circondano, dalle nuove lampade stradali, dal colore d’una carrozzeria, dalla luce filtrata attraverso una cupola in
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soliti attribuire al plastico orografico, mentre, in una fase successiva, influenzata dalla pop art, appaiono spesso frammiste a veri e propri
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preteso "ribaltamento" spaziale; o dei futuristi e del loro “dinamismo plastico," o dei divisionisti e puntiglisti e della loro pretesa di giungere ad
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plastico-luminoso costituito dalle ombre dei rilievi e delle estroflessioni o degli incavi ottenuti dall’interruzione della superficie che — nella serie
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, in tela o materiale plastico, variamente sagomato, fino a raggiungere la vera e propria tridimensionalità, e creanti una sorta di spazialità ambigua
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