alla Biennale del 1964 la sezione statunitense si presentò con l'intero schieramento dei suoi nuovi artisti pop, in buona parte ‘‘scoperti” o evidenziati
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Ecco, allora, che, giunti a questo impasse, e constatato il fallimento dell’iperrealismo di marca statunitense (e dei suoi derivati europei), un
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"minimalismo” soprattutto statunitense, pure questo già presente in passato attraverso i nomi, ben noti, di Bruce Nauman, Richard Serra, Sol LeWitt
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e del gesto, [Mathieu, Hartung, Capogrossi], della "macchia" e dell'“informale" [Fautrier], e in quello dedicato all'action painting statunitense
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vitalizzato. Un’operazione, questa, che si apparenta a quella realizzata con grande efficacia da un altro artista statunitense, Tony Oursler, sempre
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Newman, Clifford Still, tanto che in un certo periodo si può affermare che molta pittura statunitense — dopo aver spaziato entro le fiumane dei più
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tetradimensionale (e si prenda questa espressione con ogni cautela: non intendo certo affermare che lo spazio dell’artista statunitense è riuscito a
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