traduce in una sorta di indagine empirica e critica (l’unica libertà di cui si vale è quella critica), e la grande modernità di Lichtenstein consiste
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, per quanto nascosta dietro la disinvoltura dell’ironia poetica, gioca palesemente fra la realtà del quadro e quella dell’immagine empirica. Insomma ci
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volta la cosa o la figura empirica che viene successivamente chiamata fuori dal suo insieme, isolata e promossa a campione. Ma in quanto tale il
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molto empirica che anche l’anonimo possa disporre di un quoziente di positività, di un’attiva apertura sul mondo, meritevole di venire sondata con
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manifestazione dell’oggetto, segnare le successive fasi di una metamorfosi, che dalla realtà empirica sale verso l’immagine, uno sviluppo discontinuo
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