È questo il problema affrontato da James Rosenquist: ciò che il pittore americano esprime molto concretamente quando afferma che sta come «vivendo in
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intrinseca all’universo urbano e alla realtà quotidiana, e si afferma come sia sufficiente il gesto appropriativo, da parte dell’artista, di un qualunque
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un finto gelataio, e non di meno questo falso professionale nasconde un bisogno veritiero. «Non sentendomi da nessuna parte a casa mia», afferma lo
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