banco. - Fan pure finta di piangere... - Già, già... - s'intromise l'Ernesto. - Invece si fregano le mani. Sapete cosa valeva donna Giuseppa in case e
cuore che martellava nel petto, l'Ernesto provò ad aprire la porta della direzione, ma era chiusa a chiave. - E adesso? - Lasciate fare a me! - disse il
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, stavano schierati il dottor Pastori, Melchiorre, il professore, l'Ernesto, il Carlo, la Pinuccia, l'Attilio e tutti gli altri ospiti di Villa Felice
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altro, adesso? - rise l'Enrichetta. - Dai, muoviti... In quel momento si aprì la porta e spuntò la testa dell'Ernesto. Aveva sul viso un'espressione
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figlia... Se sua madre è proprio... - si agitò l'Ernesto, impappinandosi. - Io penso... io temo... - Lo è, lo è, vi dico... Avete letto o no, questi
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! - gridò rosso in viso l'omone di prima. - Scusa, Ernesto - sussultò il maresciallo, afflosciandosi. - Non parlo più. Il professor Zambelli girò la
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verso il soffitto. - A me quel sigaro maleodorante! Subito, signor Ernesto. Ah, questo è troppo! Questo è veramente troppo! Lo dirò al direttore... Uscì
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, Ernesto? - Voi dite e dite... - reagì l'omone, facendosi tutto rosso per l'eccitazione. - Poi però, quando ce l'avete davanti, ve la fate sotto dalla
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! - Voglio un sonnifero - borbottò il signor Ernesto. - Un sonnifero per dormire e scordarmi questo schifo di vita. - Mezzo Pampolex sciolto
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dell'Ernesto. E tutti rimasero lì ad ascoltare la tremenda sfida tra Ulisse e Polifemo, tra l'intelligenza dell'uomo e la forza del ciclope, finché
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L' ERNESTO, con il suo largo corpaccione, stava davanti alla porta, pronto a ritardare un'eventuale visita a sorpresa della Maria Pia. Argo, promosso
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L' ERNESTO chiuse a chiave la porta della stanza. Poi, per maggior sicurezza, bloccò la maniglia appoggiandovi contro la spalliera di una sedia, come
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feroce... Ah, sì! Lo farò abbattere, statene certi. - Questo si vedrà! - disse l'Ernesto, muovendo un passo avanti e sfidando il direttore con tutta la
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- ALLORA, cosa mi state combinando? - il dottor Pastori si accomodò sulla sedia che l'Ernesto gli porgeva e si slacciò il nodo della cravatta per
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, scrive all'amico Ernesto Crespi: «Dipingo all'aperto, s'intende il mio paesaggio, visto con i miei occhi, non con gli occhi degli altri che vedono tutto
miliardi di perdite. Pronto perfino a litigare con l'amministratore delegato di Stet, Ernesto Pascale. I pronostici dicono che a marzo, scadenza del