lunghi corridoi di Villa Felice, ciascuno reso più inquieto dal proprio fardello di preoccupazioni.
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sua scomparsa e parlavano tra loro delle cose buone che si potevano dire su di lei. E intanto, dentro di sé, ciascuno ritornava indietro con i propri
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, trattenendo il respiro. Gli sguardi si incrociarono, muti, sperduti, cercando forza e sostegno negli occhi dei compagni. Ma ciascuno finiva per vedervi
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pulcini sperduti. Ciascuno di loro, nel profondo del suo essere, aveva sempre saputo che quel momento sarebbe arrivato, ma nessuno si sentiva preparato ad
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