ragioni, sai. Strano: non mi venne nemmeno la curiosità di domandarle quali fossero queste ragioni. Anzi non volevo saperne niente, come se avessi
lasciarmi incantare, dato che volevo avercela con loro. Non avrei mai avuto il coraggio di dimostrarglielo, questo no, però in cuor mio ero tutta dalla
argomento avesse un po' la coda di paglia. Cosí mi corressi subito: - Volevo dire i tuoi zii. Non è con loro che abiti? - Oh si, abito con loro. Magari ne
figuravo già l'urlo che avrebbe tirato lei nel trovare vuota la camera e volevo essere sul posto per sentirglielo tirare. Sorpresa: non ci furono urli
ricordai di come aveva cercato di separarci per la passeggiata e non c'era riuscita. - Volevo dirglielo stamattina, ma lei era già andata via... Allora, per
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. Non sapevo quale, perché non si lasciava acchiappare. Baluginava e basta, lontana e confusa, uso lumicino nella nebbia. Capii che se volevo vederci più
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Anche se non volevo fare domande il mistero o segreto cominciò a sembrarmi molto più chiaro già l'indomani mattina, quando arrivò la lettera
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. - Dunque vedi che non mi sono sbagliata. E sopra c'era proprio il nome di... Volevo dire «tua zia», ma fece prima lei a domandare di scatto: - Da dove
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messa, si sa. Ma Ippolita non frequentava nessuno, in paese: questo volevo dire. Erano gli zii, chiaro, che la tenevano isolata, perché cosí potevano fare
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VOLEVO SOLO FARTI NOTARE CHE IO TI HO SALVATO QUANDO TI ERI PERSO IN AMAZZONIA!
«All'inizio è stata una scelta estetica: le transenne mi evocano immagini di guerriglia. Poi è diventato un messaggio: volevo invadere il pubblico
Scusa i tagli che ho dovuto apportare alla tua lettera: dovevo riservare un po' di spazio alla mia risposta. Nemmeno io volevo andare a votare. Se ho