no. Aveva i suoi occhi di puro acciaio inossidabile, mentre lo diceva. - Allora ci vado. Scappo. E tu mi devi aiutare. Lo sapeva da tanto tempo di
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ancora il nostro appartamento, mica l'ha venduto quando è andata in America; ci ho abitato un sacco di tempo e potrei abitarci di nuovo. Ci si arriva
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attaccato il «palpitante». Poi siamo dovute tornare fuori. Tra l'altro lí al buio non avevamo idea di quanto tempo fosse passato e Ippolita aveva ancora
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dovevo disturbare i pipistrelli e 2° che era di certo una ragnatela. - Uh! - mi uscì. Questo non avevo fatto in tempo a trattenerlo. Sentii Ippolita
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, falso-giulivo, al solito, del bel tempo che era ritornato e delle passeggiate che potevamo fare per approfittarne. Io sola sapevo che ci sarebbe
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deciso di accompagnarlo. Io ciondolavo lí nei dintorni, senza perderli di vista. Li vidi entrare nell'auto. Un momento ancora, il tempo che Remigio
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passare il tempo, che ne avevamo da occupare un'infinità perché oltre tutto gli zii credendo di farle piacere l'avevano dispensata dalle lezioni con
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poi era successo tanto tempo prima, ma per Ippolita poteva essere una consolazione sapere che nemmeno gli altri genitori erano perfetti. Parlavamo
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casi: - Eh, il tempo si è proprio rotto! - E l'anima no?! - fece Ippolita tra i denti, in maniera che sentissi io sola. Difatti era seccante. Con
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ritiravano sempre in tempo perché Ippolita non se ne accorgesse. Io non li capivo tanto, quegli sguardi. Sembravano preoccupati, ansiosi; di che? Le
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altro tempo si sarebbe fatta beccare da Remigio o dalla cuoca, insomma dal primo che si alzava, e allora addio. Oppure era già andata via e io, che
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