non gli era bastato nemmeno per sfogarsi), be', dicevo, in automobile lei si ricordò di avvertire: - Passiamo dal piazzale della stazione, per favore
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brutte cose di loro, ora che sapeva che non erano vere. Io mi dicevo, però, che non doveva essere una gran consolazione scoprire che in fondo avevano
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quel momento anch'io cominciai a riprenderci un po' di passione. - Dicevo cosí, delle monete, - riprese Ippolita, - perché se il tesoro fosse invece
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spiegarsi. - Non è affatto questo, è che... Insomma, l'hai ben visto, no, come sono gli zii. Due gran noiosi. E apposta ti dicevo, come vuoi che
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che ti passa! - fece lei, per prendere in giro. - Nossignora, canta piuttosto tu, se ne hai voglia! Dicevo cosí per dire, mai più credendo che mi
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lo fossi inventato io che prima aveva intenzione di farlo. Ah ecco. Lo dicevo bene, io, che non era roba da Ippolita. Però in qualche modo qualche
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sentire: quando ha suonato il gong io dicevo che se avessi saputo che la mamma era abbastanza vicina - a Parigi, mica piú in America - sarei andata
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