meglio non mi risultavano poi niente antipatici. Lui anzi, il conte, a parlarci era persino divertente. E la contessa era molto gentile, mi chiamava
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. Anche per il nome la prendevamo in giro: la Guasti, spiritosa, la chiamava Ippopotamo, oppure Ip-ip-urrà. Che cosa non si direbbe, a scuola, pur di
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vicina e naturalmente non si chiamava X, ma nei libri tante volte non si dicono i nomi veri dei posti.) - Ma si. Non vorrai che parta dalla stazione del
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- Remigio e Vittorina - e la cuoca, che si chiamava Adele ed era una grassona che le piaceva molto ridere. Li avevamo sentiti anche io e Ippolita il giorno
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intorno sembrava che friggesse, da tanto che stridevano le cicale. Il cameriere - autista (avevo scoperto che si chiamava Remigio, come l'eroe del
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bell'e sistemate. Una barbarie, la chiamava Ippolita. Magari proprio una barbarie no, però una barba lo era di certo. Quasi quasi mi veniva da darle
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chiacchieravano, certo mai immaginando che noi fossimo cosí vicine. Remigio e la cuoca discutevano di non so cosa e la cameriera, che si chiamava
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posta appena arrivava, su un vassoio d'argento sopra un mobile a tre gambe che si chiamava consòl. Stavo li, aspettavo, senza piú farmi impressionare
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