E forse non poteva non accadere, se è vero che lo stesso Sigmund, nel 1908, scrisse ad Abraham che «se vogliamo cooperare con altra gente, dobbiamo in quanto ebrei dimostrare un po' di masochismo ed essere pronti a sopportare un po' di ingiustizia». Va da se che le sconvolgenti barbarie hitleriane avrebbero riproposto a Freud in termini urgenti la tragica domanda su che cosa significasse essere ebrei. Nascono da qui i tre saggi raccolti ne L'uomo Mosè, che molti contemporanei lessero come un attacco spietato contro le fondamenta dell'ebraismo.