per non dargli tempo di rivolgerne a lei, gli offrì la cena, alla quale parteciparono le venti dame belle e i venti bei cavalieri e lo lasciò partire
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dovevano diramare gl'inviti a venti dame e a venti cavalieri. Il maggiordomo s'inchinò ed uscì. Frattanto il Reuccio non si saziava, al chiarore della luna
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s'impossessò del palazzo di lui, lo fece preparare per ricevervi la sposa, che giunse accompagnata dalle venti bellissime dame, dai venti bellissimi
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primo, il dieci e il venti del mese entrante. Io mi travestirò da paggio, li osserverò bene come si comportano a tavola e poi sceglierò quello che mi
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