la neve col collarino nero, una da levante e l'altra da ponente. Esse si posano su un ramo basso di querce, a pochi passi dal Reuccio, e una dice
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Al tempo dei tempi vivevano a Palermo in una casuccia di loro proprietà due sorelle vecchie, grinzose e brutte da far paura. Donna Peppa era lunga
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Al tempo dei tempi abitava a Palermo, in un vicoletto che sboccava davanti al Monastero di Santa Chiara, un gobbetto, figlio unico di una gobba, e
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Al tempo dei tempi viveva nella città di Trapani, dove approdavano tante navi, una povera vedova che aveva quattro femmine, tutte giovani e belle
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diversamente! Le Fate ballarono un pezzo, poi la musica cessò ed esse si fermarono. - Bel Ruggiero! - gli disse una di quelle - vuoi viaggiare
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Reale a far chiamare donna Tura. Questa scende, la guarda, al solito, d'alto in basso, le fa l'elemosina e le dice: - Buona donna, eccovi una moneta
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distesa per terra più bianca di un panno lavato, più fredda di una statua di marmo. Figuriamoci che scompiglio! Furono chiamate le cameriere, i medici
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: - Vicino al carrubbo al cui piede sono seppelliti i tesori, vedrai una pianta di rosa tutta fiorita. Lì conficca la spada che ha sull' impugnatura la croce
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come fa paura! Quel fuoco sale, sale!... È forse l'inferno? - No. È il vulcano Etna. Guarda intorno quanta neve! Questa è una delle maraviglie del
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sangue da mille ferite, si stringevano nelle spalle e dicevano che era una malattia strana e nuova e non sapevano che cosa consigliare. Intanto il
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. - Ma sicuro; vi pagherò ora, e dopo avrete una buona mancia. - E lo pagò in tante monete d'oro. Dopo averle riposte a chiave in un cassetto, il
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, fece una corsa, un lancio sulla gradinata, lo afferrò coi denti fra capo e collo, e stringi che ti stringo. Il serpente battè con furia la coda, mise
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pareva una furia. - Ah, così mantenete i patti! - esclamò la perfida donna, strappandosi i capelli dalla rabbia. - Così mi servite - L'uccello nero era
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una gran fortuna! Maricchia, ora raccontaci quel che t'è accaduto col Cavaliere. - La figlia raccontò tutto per filo e per segno, e la madre le
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il padre le procurò un cavallo e la provvide di danaro e di una lettera per un nipote che aveva a Palermo. La ragazza parte, giunge alla capitale
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fino all'ultimo momento, quando già aveva il rantolo dell'agonia, si raccomandò alla moglie che gli desse una ciotola di monete d'oro per tuffarci per
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fatto fare una gran mazza di piombo e prima del banchetto nuziale si nascose fra il baldacchino degli sposi e il muro. Il Re, la Regina, il Reuccio, la
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latte, e, invece di procurarne un'altra, una sera rinvolge il Principino in una coperta e va in campagna, dalla parte di Piana de' Greci dove sapeva che
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, con grotte, laberinti, vasche, statue, e che nelle sale del pianterreno c'erano tesori d' ogni specie, venuti di Levante e venuti d'Occidente. Una di
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qualche galera. Invece il Re, tutto buono si volse a lui e, mettendogli in mano una borsa piena di doppie d'oro, gli disse: - Andate a Palermo e udrete di
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sedeva pensoso presso una fontana, con fare mellifluo, gli disse: - Fratel mio; la tua tristezza mi ha tanto amareggiata, e in queste ore trascorse nel
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i genitori del bambino, rispondeva con una barzelletta, li trattava di curiosi, ma non dava nessuna risposta concludente. L'ultima volta che andò al
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questo ragazzo fatichi a questo modo. Non sarebbe meglio farlo studiare, invece che lavorare? Anche se non ricupererà i suoi beni, una volta istruito ci
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, lo fa passare e gli domanda con alterigia: - Avete qualche cosa di bello da mostrarmi? - No, Maestà, non ho nulla; ma in patria ho lasciato una figlia
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bimbi stesi in terra accanto al cadavere di una donna, della madre loro, e più lungi un uomo nel fiore dell'età, livido, estenuato empirsi la bocca con
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insieme col proprio figlio allattasse il Principe reale. La Regina fu tutta contenta di non farlo allevare da una contadina e fece ringraziare la dama e
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da mostrarmi? - Maestà, non ne ho, ma ho una figlia a casa, tanto buona e tanto bella che si strozza per Vostra Maestà. - Sì? - disse il Re, e battè
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una cosa. - La poveretta lo fissò maravigliata perchè non era mai stata fermata per via da un bel Cavaliere e rispose tutta umile: - Sono agli ordini
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davanti le dice: - Tu sei quella che volevi farmi morire. Per questo ho il diritto di uccider te, - e sfodera una taglientissima spada la cui lama
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lui annoiava di star confinato tante ore su una terrazza, dove non c'erano neppur querci e per conseguenza ghiande, e dove non trovava neppure un
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altre cinque. Le Fate allora si avanzarono in gruppo e una disse: - Non siamo forse belle? Non ti abbiamo dimostrato affetto? Non ti abbiamo fatto del
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già da cinque mesi per mare e per terra. Mentre procedeva pensoso con le redini abbandonate sul collo del cavallo, esce da un tugurio una vecchia
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se ne accorse, e conficcata la torcia in una punta di ferro, incominciò a dar colpi ripetuti contro il coperchio del sarcofago, che conteneva il
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- Peccato che debba morire! È tanto giovane! E rimedio non c'è? - No,comare; deve morire perchè deve morire. - Le due colombe volano una verso
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d'oro e d'argento. - Viene il primo sarto, vengono le più abili ricamatrici e gli fanno un vestito che era una vera maraviglia. Il Principino, che
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il suo desiderio. Il Re, che non sapeva contraddirlo in nulla, manda un'ambasceria al Re di Portogallo che aveva una figlia bellissima, per chiedere
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un finestrino in cima alla torre, comparve una testa, e una voce di donna chiamò: - Peppa, ci sei? - Ci sono, - rispose donna Peppa di giù. Allora
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spalle! Se potessi cacciar dal Palazzo Reale quella smorfiosa di mia sorella !... - e le pareva già di vedersi tornata una bella ragazza, bella
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di marmo fino al petto. - Per carità, non continuare, taci! - gridò il Reuccio. - No, no; meglio esser convertito in una statua di marmo, che morire
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pappa della Contessa Berta 8. Emma Perodi, Al tempo dei tempi... BIBLIOTECA DEI MIEI RAGAZZI 1. Mad. H. Giraud, Otto giorni in una soffitta 2. André
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città, nonchè danari e gemme da ornare dieci signore, dopo il bando si presentò una quantità enorme di pretendenti da tutte le parti dell' isola. C'erano
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per il forte odore, è donna. - Il domani il Reuccio condusse il cameriere nella distilleria col pretesto di prendere una boccetta d'essenza di cedro
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, pubblicato per la prima volta nel 1909 nella «Biblioteca Salani Illustrata» con le illustrazioni di Carlo Chiostri, è il primo di una serie di tre libri che
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Pagina Copertina illustrata