necessarie a raggiungere l'accertamento della causa di morte» e perché «il cadavere deve essere ricomposto con la maggiore cura». Ciò evidentemente fu
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delle persone decedute negli ospedali civili e militari, nelle cliniche universitarie e negli istituti di cura privati quando i rispettivi direttori
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ospedali, cliniche e istituti di cura privati, o eventualmente al medico curante, tramite il medico provinciale, per i deceduti a domicilio, fece subito
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case di cura private che non dico favoriscano, ma almeno in qualche modo seriamente prevedano la pratica autopsica? Il privilegio del censo riaffiora
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relativi risultati, che «devono essere dal direttore sanitario dell'ospedale o della casa di cura comunicati al sindaco per eventuale rettifica, da
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d'ora non mancherebbero negli istituti di cura (cliniche, ospedali, ecc.) per dare obbligatoria soddisfazione allo scrupolo del curante che non si
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universitarie e negli istituti di cura private [sic] quando i rispettivi direttori, primari o medici curanti lo dispongano per il controllo della
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di cura private [sic] quando i rispettivi direttori, primari o medici curanti lo dispongano per il controllo della diagnosi o per il chiarimento di
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il riscontro diagnostico, il cadavere deve essere ricomposto con la migliore cura». Quando si parla di autopsia (art. 36) non si trova ripetuta alcuna
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direttore dell'ospedale; e il settorato è obbligatorio per ogni stabilimento di cura che abbia più di 200 letti. I dispositivi di legge possono essere anche
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