Si vedano le «partiture» di Giuseppe Chiari: pochi scarni segni iconici di movimenti delle mani sulla tastiera o sulle corde d’uno strumento o di
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immagini ridotte tuttavia a scarni segni che semantizzano una situazione altamente drammatica.
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«povera», perché basata spesso su materiali rozzi, scarni, antiedonistici, ma in realtà sottoposti ad un’identica sete feticistica di tutti gli altri
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scarni alfabeti con quella consustanzialità che è propria d’ogni opera necessaria; e non della ricetta, dello spurio geroglifico inventato o scoperto
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